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RISPETTO DEI CITTADINI: RENDICONTO DELLE ATTIVITA' SVOLTE







Rifiuti: da emergenza a sistema virtuoso

  1. La strategia rifiuti zero e i numeri

  2. Finalmente il piano regionale dei rifiuti

  3. Il bando per centri di raccolta comunale (quasi uno in ogni comune)

  4. bando per la gestione della frazione umida e verde dei rifiuti urbani

  5. Finalmente un sistema oggettivo per tracciare i rifiuti : il sistema ORSO

  6. Nuova legge in materia dei rifiuti: un risultato straordinario che ci consente di dire no ai rifiuti di fuori regione, di dire no a nuove discariche e a nuovi inceneritori, che tutela il territorio.

  7. Obiettivo abbassare la tariffa ai lucani: 45 MLN investiti per riqualificare le discariche regionali per farle diventare impianti di recupero



Bonifiche: iniziata la ripulitura del territorio lucano

  1. Finanziata la bonifica delle discariche

  2. Messi a gara tutti i progetti di caratterizzazione e bonifica delle aree SIN(Tito e val Basento)

  3. Avviati 4 progetti speciali di depurazione

  4. Comune di Tramutola (PZ): Scaturigini naturali di idrocarburi nei Torrenti Caolo e Fossatello

  5. Comuni di Scanzano Jonico e Pisticci (MT) Protezione del tratto terminale del Fiume Cavone dagli inquinanti prodotti dalle acque scarico dei canali di bonifica

  6. Comune di Lagonegro (PZ) Controllo dello stato trofico del lago Laudemio interventi di risanamento delle acque

  7. Comune di Matera – Parco delle Chiese Rupestri Controllo dello stato trofico dei Torrenti Gravina e Jesce interventi di risanamento delle acque.



Acqua

  1. Programma depurazione

  2. Progetto Balneazione e bandiere blu

  3. Programma reti idriche e completamento Sistema

  4. Il piano di Tutela dell’acqua

  5. Tronco Acerenza III lotto (Marascione)

  6. Distretto G





Arpab : avviato un piano straordinario di rafforzamento

  1. Il “Masteplan” : 35 mln di euro per potenziare l’Arpab e tutto il Sistema di protezione

ambientale

  1. L’accordo Ispra : un modello virtuoso di sinergia che ha dato ottimi frutti e che l’attuale governo giallo verde non ha voluto rinnovare





Petrolio

  1. Concessione VAL D’AGRI

  2. Concessione Gorgoglione Total

  3. Accordo con INGV per la gestione delle reti della sismicità

  4. Il Piano delle Aree

  5. Sede Arpab In Val D’Agri

  6. Permessi di ricerca : nessun nuovo permesso, nessun nuovo pozzo

  7. Azioni per far valere l’intesa in senso “forte”

  8. Progetto Ambiente – Salute con l’ISS per proseguire lo studio VIS


Energia

  1. Smart Grids : il più grande investimento in reti intelligenti

  2. F.E.R. : Legge Regionale 54/2015 e successive modificazioni: dopo lo scempio finalmente le norme per il corretto inserimento degli impianti nel territorio.

  3. F.E.R. : introdotto il libretto di sicurezza degli impianti eolici

  4. Avviso Cogenerazione/trigenerazione : come mettere a valore la forestazione.

  5. Audit energetici: come risparmiare sugli edifici pubblici.

  6. Catasto degli impianti di pubblica illuminazione: come risparmiare sull’illuminazione pubblica.

  7. L’idrogeno: energia per il futuro.



Tutela del paesaggio e della biodiversità

  1. IL Piano Paesaggistico

  2. I progressi nella attuazione di Natura 2000

  3. Mare della Magna Grecia: il primo sito marino della rete Natura2000 nello IONIO

  4. INNGREENPAf

  5. La nuova rete dei Centri di educazione ambientale




Un nuovo parco: il parco del vulture




Nucleare
























Rifiuti: da emergenza a sistema virtuoso

La strategia rifiuti zero e i numeri

Al fine di assicurare la revisione del ciclo di produzione-consumo entro i limiti di compatibilità e sostenibilità ambientale, la Regione Basilicata si è impegnata a sostenere la “Strategia Regionale Rifiuti Zero 2020”, approvata con l’art. 47 della LR n. 4/2015, destinata a definire e realizzare attraverso il coinvolgimento delle comunità locali e il sistema produttivo, una serie di azioni integrate, volte a:

a) massimizzare la riduzione della quantità di rifiuti prodotti, il riuso dei beni, il recupero di materiali e di energia ed il riciclaggio, in modo da tendere a zero entro l’anno 2020;

b) proteggere l’ambiente e la salute prevenendo e riducendo gli impatti negativi legati alla produzione e alla gestione dei rifiuti;

c) favorire l’accesso all’informazione e la partecipazione dei cittadini in materia di ambiente e di ciclo di trattamento dei rifiuti;

d) realizzare un programma di promozione industriale, di innovazioni tecnologiche o di processo che puntino al riutilizzo, al riciclo, al recupero e alla riprogettazione dei prodotti, anche attraverso il loro disassemblaggio.


La rivoluzione messa in campo ha riguardato sia la governance : dal nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, all’implementazione della piattaforma ORSO fino alla recentissima nuova Legge Rifiuti; sia innovative misure di sostegno: dalla infrastrutturazione dai centri di raccolta ai piccoli impianti di compostaggio, fino al miglioramento e della specializzazione delle piattaforme pubbliche finalizzato all’abbattimento delle tariffe e al definitivo superamento dell’impiantistica intesa come discariche.


Per quanto riguarda la raccolta differenziata le ultime stime restituiscono un valore medio a livello regionale pari a circa il 50% - dato 2017 (in particolare nei primi mesi del 2018 la città di Potenza si attesa intorno al 65%); tale incremento è destinato ad aumentare per effetto degli interventi sulla città di Matera e le aree limitrofe (Potenza e Matera insieme coinvolgono circa 200.000 abitanti su un totale di circa 500.000).


Finalmente il piano regionale dei rifiuti

Con la Delibera di Consiglio Regionale n. 568 del 30 dicembre 2016 è stato approvato il Piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR), come proposto con Delibera di Giunta regionale n. 961 del 9 agosto 2016 ed emendato nel testo.

Principali obiettivi del Piano al 2020:

- stabilizzazione della produzione pro capite totale di RU al livello medio regionale del 2014 (350 kg/ab anno, pari a circa 200.000 ton/anno);

- raccolta differenziata dei rifiuti urbani fino a raggiungere minimo 65% del totale dei rifiuti urbani, passando dalle circa 60.000 t/anno a 130.000 t/anno;

- avvio a recupero di materia pari ad almeno il 65% entro il 2020;

- tendenza alla discarica zero. Attraverso l’implementazione delle raccolte differenziate spinte e del recupero ulteriore di materia del rifiuto residuo si tende al 2020 a ridurre marginalmente il volume di discarica necessario (per questo non si prevede la realizzazione di nuove discariche se non dei volumi già assentiti con precedenti atti pianificatori) dobbiamo uscire dalla dipendenza delle discariche;

- inceneritori zero;

- premialità comuni virtuosi. Oltre alla rimodulazione dell’ecotassa di cui alla norma del collegato alla finanziaria regionale si prevedono ulteriori meccanismi di premialità a favore dei comuni virtuosi. Quei Comuni che raggiungeranno gli obiettivi di RD previsti dalla Legge potranno beneficiare di incentivazioni relativi al ciclo dei rifiuti ovvero riduzioni in termini di ecotassa. Parallelamente i Comuni inadempienti saranno penalizzati da un sistema sanzionatorio.

Il bando per centri di raccolta comunale (quasi uno in ogni comune)

Questo è un ulteriore tassello della strategia rifiuti zero ed a sostegno dell’economia circolare per la nostra Regione. I centri di raccolta comunali, più noti come isole ecologiche, giocano un ruolo di fondamentale importanza nell’ambito di un sistema integrato e sostenibile di gestione dei rifiuti che mira alla sua valorizzazione per mezzo di una raccolta differenziata spinta.La Giunta regionale, nella seduta del 9 novembre 2018, ha approvato la graduatoria degli interventi e, contemporaneamente, il secondo Avviso Pubblico per l’assegnazione di contributi finanziari in favore dei Comuni per la realizzazione o l’ampliamento dei “Centri Comunali di Raccolta”. I centri di raccolta rappresentano l’infrastruttura principale per ottimizzare il sistema di raccolta differenziata ed apportare vantaggi economici attraverso una razionalizzazione della logistica. A tal fine la Regione ha voluto puntare sulla possibilità di dare questa grande e capillare infrastrutturazione. Relativamente al primo Avviso Pubblico sono pervenute 71 istanze da parte di Comuni, anche in forma associata, e Unioni di Comuni. Se si considera che 18 Comuni erano esclusi dalla partecipazione perché già inclusi in altri programmi di finanziamento, il risultato è stato di grande rilievo. Sono state ammesse a finanziamento 45 istanze per un equivalente di 62 Comuni per un importo di circa 10.580.000 euro. Delle 45 istanze ammesse, 17 riguardano adeguamenti dei Centri di raccolta e 28 prevedono nuove realizzazioni. Un risultato che va ben oltre le aspettative, segno che i tempi e le Amministrazioni locali sono pronte a cogliere tali nuove e innovative opportunità in materia di gestione dei rifiuti. Al fine di estendere tale infrastrutturazione si è voluto contestualmente proporre il secondo Avviso Pubblico per un importo di 3.900.000 euro. I Centri Comunali hanno la funzione di integrare i servizi e gli impianti presenti nei comuni, contribuendo ad una prima evoluzione della qualità dei materiali da recuperare e riciclare con l’obiettivo di ridurre i rifiuti e migliorare il sistema di raccolta differenziata.

bando per la gestione della frazione umida e verde dei rifiuti urbani

A beneficiare di questa opportunità sono anche i cittadini che con il loro apporto diretto vedranno recapitarsi una bolletta più leggera”


Un altro passo in avanti verso la strategia ‘Rifiuti zero’ della Regione Basilicata che si lega a quanto messo in campo sul versante dell’infrastrutturazione e con quanto programmato attraverso altri avvisi pubblici finalizzati a sostenere i Comuni che affrontano la problematica dei rifiuti abbandonati e ad agevolare il riutilizzo da parte dei cittadini di quelli in buono stato.

Il Programma prevede l’assegnazione di contributi finanziari ai Comuni lucani che, in forma singola o associata, intendono costruire piccoli impianti di trattamento delle frazioni organiche dei rifiuti e al contempo vuole favorire la diffusione del compostaggio di piccola scala, ossia l’autocompostaggio domestico e di comunità. I cittadini, in una logica di economia circolare, devono partecipare maggiormente al ciclo complessivo dei rifiuti, anche mediante il controllo diretto. A beneficiare di questa opportunità sono sia l’ambiente, dal momento che aumenta la percentuale di raccolta differenziata e diminuisce la movimentazione della parte più pesante dei rifiuti rappresentata dalla frazione umida, sia i cittadini che con il loro coinvolgimento nella filiera possono ottenere delle premialità, quindi vedersi recapitare una bolletta più leggera.

Si tratta di un’opportunità che offrirà una spinta importante alle pratiche di compostaggio per promuovere azioni volte al trattamento e al recupero rifiuti, da effettuarsi il più vicino possibile ai luoghi di produzione, attraverso piccoli impianti di trascurabile impatto. Tali pratiche, unite anche alla possibilità di dotare i Comuni di piccoli impianti per il trattamento dell’umido e del verde, permetteranno di introdurre un percorso innovativo e sostenibile che affianchi il sistema regionale di gestione dei rifiuti urbani.

Un modo per rispondere alle esigenze specifiche che spesso si manifestano all’interno dei Comuni in realtà locali, quali frazioni, grandi condomini, hotel isolati, mense attraverso la riduzione dei rifiuti e ad una valorizzazione della frazione umida attraverso il riutilizzo in loco del compost.

Finalmente un sistema oggettivo per tracciare i rifiuti : il sistema ORSO

Processo di modernizzazione dei rifiuti: online i dati sulla gestione. il sistema ORSO è uno strumento che rende trasparenti e chiari i dati per tutti i cittadini. Sul portale del Sistema Informativo Territoriale ( http://rsdi.regione.basilicata.it/sitprgr/views/tab0.xhtml) del Piano Regionale di Gestione Rifiuti sono disponibili i dati sulla produzione e gestione dei rifiuti in Basilicata del 2017. Con l’uso di questo sistema si dispone di dati sulla produzione e gestione dei rifiuti urbani e più in generale all’organizzazione dei servizi di raccolta, presenza di infrastrutture per la raccolta differenziata, diffusione del compostaggio domestico oltre che dei quantitativi dei rifiuti ritirati e gestiti dagli impianti di trattamento, recupero e smaltimento ed altre informazioni connesse, quali quantitativi di materia, prodotti ed energia recuperata.In questo primo anno di sperimentazione si sono messe a punto le nuove metodologie di raccolta dati e di pubblicazione e si è registrata qualche piccola imperfezione che sarà possibile superare con l’aggiornamento costante di alcuni software. O.R.So è un tassello del processo di modernizzazione della regione Basilicata nel settore della gestione di rifiuti che, con l‘approvazione del PIANO prima e della Legge poi, apre la strada ad un sistema di programmazione e gestione sempre più chiaro ed efficiente.Grazie alla piattaforma ogni cittadino potrà verificare direttamente i dati sulla produzione e gestione dei rifiuti che riguardano il proprio comune.

Nuova legge in materia dei rifiuti: un risultato straordinario che ci consente di dire no ai rifiuti di fuori regione, di dire no a nuove discariche e a nuovi inceneritori, che tutela il territorio.

La nuova legge sui rifiuti chiude il cerchio di uno straordinario pacchetto di azioni, definendo il corretto equilibrio tra attività privata e gestione pubblica dei rifiuti, dettando finalmente regole chiare e certe, rispettose del territorio e del paesaggio.

Con l’approvazione della legge sulla gestione dei rifiuti in Basilicata si aggiunge un ulteriore tassello che sostanzia la strategia rifiuti zero iniziata con le disposizioni contenute nell’art. 47 della legge regionale n. 4 del 2015. Un’azione strutturale e di sistema che ha cambiato i paradigmi del passato con uno stravolgimento della politica di gestione del settore rifiuti nella nostra regione.Un nuovo modello virtuoso che rappresenta un punto di avanzamento indispensabile per salvaguardare il territorio lucano da ingerenze esterne ed apporti di rifiuti provenienti da altre regioni.

Abbiamo sancito in modo chiaro ed inequivocabile la necessità di porre in essere azioni coerenti con il fabbisogno regionale, ovvero con la quantità di rifiuti prodotti in regione creando le condizioni per ridurre drasticamente i rifiuti provenienti da fuori regione e i cosiddetti “tour della spazzatura. Risultato ancor più importante è rappresentato dalla definizione di un’equa distribuzione degli impianti sul territorio, in modo da evitare gravi impatti ambientali, unitamente alla enfatizzazione del principio di prossimità che permetterà di avere impianti finalizzati al trattamento dei rifiuti prodotti dalle comunità di riferimento minimizzando lo spostamento del rifiuto sul territorio. Non di secondaria importanza è inoltre l’obiettivo di aver dettato regole per l’abbattimento degli scarti nel funzionamento degli impianti. Un complesso di norme articolate e puntuali che rappresentano un volano per la tutela ambientale e paesaggistica della nostra regione. Un’attenzione particolare è stata infine riservata alla ridefinizione di norme e procedure in materia di bonifiche ed amianto. Infatti, la presenza di materiali e rifiuti contenenti amianto si somma alle criticità derivanti dall’amianto in giacenza naturale. Per la bonifica da amianto degli edifici pubblici abbiamo previsto circa 18 milioni di euro, lanciando, in tal modo, un’importante azione di bonifica.

Dell'intera legge che conta ben 69 articoli il Governo ha impugnato esclusivamente l’art.17 co.1, ovvero il comma che vieta la realizzazione di inceneritori e discariche, rendendo procedibili unicamente gli impianti di recupero di materia, in totale coerenza con le indicazioni comunitarie che, nell’elencare le modalità di gestione del rifiuto, mettono al posto più virtuoso proprio il recupero di materia.

Obiettivo abbassare la tariffa ai lucani: 45 MLN investiti per riqualificare le discariche regionali per farle diventare impianti di recupero

Con la Delibera di Giunta Regionale n. 628 del 21.06.2017 (e s.m.i.) è stato dato avvio alla procedura negoziale tra la Regione Basilicata e l’Ente di Governo per i Rifiuti e le Risorse Idriche della Basilicata (E.G.R.I.B.), per la selezione e l’ammissione a finanziamento delle operazioni infrastrutturali coerenti con il vigente PRGR volti a rafforzare il sistema pubblico di smaltimento/trattamento/recupero dei rifiuti urbani, creando una sinergia e cooperazione tra i vari impianti, garantendo stabilità dell’intero sistema, il tutto al fine anche della riduzione delle tariffe applicate ai cittadini.

Bonifiche: iniziata la ripulitura del territorio lucano

Finanziata la bonifica delle discariche

Con enorme ritardo rispetto alla vicenda si sottolinea l’enorme sforzo economico della Regione che ha dato copertura finanziaria a tutti gli interventi interessati dalla procedura di infrazione attraverso un programma (D.G.R. n. 249 del 23.03.2018 e successive integrazioni) che ha visto l’utilizzo dei fondi FSC 2014-2020 del “Patto per la Basilicata” (per circa 20 milioni di euro) e dei fondi statali PON (per circa 5 milioni di euro). Tra gli interventi è ricompreso anche quello a favore del Comune di Tito che agisce in danno al privato inadempiente. Si evidenzia, inoltre, che ulteriori iniziative sono state prese dalla Regione per sollecitare ed assistere i Comuni nei procedimenti attuativi; nei casi di Moliterno e Matera, ad esempio, è stata assunta la decisione della nomina di un commissario ad acta (rispettivamente con: D.G.R. n. 1011 e D.G.R. n. 1012 del 02.10.2018).Con la Delibera di Giunta Regionale n. 249 del 23.03.2018 è stato preso atto che sono stati ammessi a finanziamento, a valere sulle risorse finanziarie rinvenienti dal Patto per lo Sviluppo della Basilicata FSC 2014-2020 – Settore prioritario “4” (Ambiente), linea di intervento 9 “Rifiuti” (Delibera CIPE n. 26/2016), i seguenti interventi di chiusura definitiva e/o adeguamento ai sensi del D.Lgs. n. 36/2003 delle discariche, interessate dalla procedura di infrazione comunitaria n. 2011/2215, così ripartiti:

Avigliano – discarica loc. Serra Le Brecce € 570.000,00

Maratea – discarica loc. Colla Montescuro € 700.000,00

San’Angelo Le Fratte - discarica loc. Farisi € 250.000,00

Rapolla - discarica loc. Albero in Piano € 880.000,00

Ferrandina – discarica loc. Venita € 1.600.000,00

Lauria – discarica loc. Carpineto € 319.040,00

Tito – discarica loc. Aia dei Monaci € 2.500.000,00

Moliterno – discarica loc. Tempa La Guarella € 2.850.000,00

Genzano di Lucania – discarica loc. Mattinella € 500.000,00

Corleto Perticara – discarica loc. Tempa Masone € 600.000,00

Atella – discarica loc. Cafaro € 1.100.000,00

Matera – discarica loc. La Martella € 3.000.000,00

Salandra – discarica loc. Piano del Governo € 4.000.000,00

Potenza – discarica loc. Montegrosso Pallareta € 400.000,00

Latronico – discarica loc. Torre € 80.000,00

Senise – discarica loc. Palombara € 600.000,00





Messi a gara tutti i progetti di caratterizzazione e bonifica delle aree SIN(Tito e val Basento)

SIN TITO:

CBMT 01 interventi di messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda. L'intervento e ln pena esecuzione, i lavori procedono conformemente a quanto previsto nel cronoprogramma operativo, assicurando per la fine dell'anno in corso l'ultimazione dei lavori della barriera idraulica e l'inizio della gestione dell'impianto TAF e del trattamento delle sorgenti secondarie con la metodologia innovativa delle iniezioni multiple ln pressione di sostanze organiche fermentabili in grado di i processi di biodegradazione assistita del solventi cloruratl 111 falda mediante rilascio di idrogeno in fase disciolta.

CBMT 02 : 'C dell'ana /lupia/& ne/ SLIV Tito" . L'intervento è stato eseguito; a seguito dclle risultanze delle indagini suppletive richieste da ISPRA, che hanno appurato la condizione di non Inquinamento delle acque superficiali e dei sedimenti dei corpi idrici indagati,l'intervento è stato riprogrammato come ultcnore atdvità di monitoraggio e censimento di eventuali scarichi abusivi,

CBMT 03 • "Alessa in sic,'nvz«r e boni/iva de//e scorte siderurgiche". L'intervento è subordinato all'esito della caratterizzazione radiologica del sito e strettamente connesso alla definizione dell'intervento CBMT 04.

CBMT 04: "Messa in Pemmnen/e del bacino fosfogessi", Il sito è stato sottoposto alle procedure prefettizie inerend il trattamento di inquinamento da fonti radiologiche, pertanto, in seguito alla chiusura delle atüvità di cui alla Commissione Prefettizia, è in esecuzione il Piano di caratterizzazione radiologica dell'area inquinat.A seguito della definizione della carattenzzazionc verranno eseguiti i successivi intervend di bonifica previsti che riguarderanno sia le scorie siderurgiche che il bacino fosfogessi.

SIN VAL BASENTO:

CBMT 05: "Completamento esecuzione della caratterizzazione dell'area ex Pista Mattei" Il progetto definitivo corredato dell'aggiornamento del documento di analisi di rischio è stato inviato a


codesto Ministero da maggio c.a. si resta in attesa della convocazione della Conferenza di servizi per la definitiva approvazione;

CBMT 06: "ComP/etamcnto del/a messa in sicurezza e bonifica delle acq;te di falda delle sale aree di competenza pnbb/ica" Per l'intervento in è in fase di espletamento da parte della SUAR-B la gara pet l'affidamento dei servizi di progettazione ed esecutiva, direzione dei lavori e monitoraggio.

CBMT 07 "Bonifica dei S110/i delle ame p,'lbb/iche nonché di qnel/e agricole tv/pite da inqttinamenta indotto" Sono in corso da parte del Consorzio ASI MT le attività di aggiornamento dell'analisi di rischio e del piano di bonifica;

CBMT 08: "Completamento della caratterizzazione e completamento della Progettazione della bonifica ( e e acqre superjicia/i e dei sedimenti del Firme Basenlo" L'intervento è concluso, sono trasmessi a codesto Ministero a settembre c.a. i risultati finali per la loro valutazione in conferenza di servizi.

CBMT 09: "Rea/iGaqione interventi di MISE e bonifica de//e acqne superjhia/i e dei sedimenti del Filtme Basento". A seguito delle determinazioni da assumere nella Conferenza dei Servizi di cui sopra non sarà necessario l'intervento di bonifica precedentemente ipotizzato.

CBMT 10: "l)mgetta€one e degli interventi di pressa in sicrrerxa e bonifica del sito ex delle vicissitudini burocratiche legate a ricorsi pendend verso il TAR e il Consiglio di Stato, è stato trasmesso a codesto Ministero nel maggio c.a. il progetto definitivo redatto dal nuovo aggiudicatario dei lavori da sottoporte ad approvazione della Conferenza di Servizi.

  • Alla luce di quanto sopra esposto si evidenzia la necessità che vengano convocate nel più breve tempo possibile le Conferenze di servizi per gli interventi CBÈviT 05 CBMT 08 e CBMT 10, al fine di evitare che ritardi nelle procedure di approvazione possano compromettere il buon esito dei progetti la cui attuazione è indispensabile per restituire 1 territori interessati alla fruizione produttiva delle comunità locali.

  • Si coglie l'occasione per chiedere altresì un incontro tecnico in mento al sito ex DARAMIC di Tito in ordine al quale la Regione Basilicata ha rappresentato la disponibilità a suppottare ogni utile atdvità.

Avviati 4 progetti speciali di depurazione

Comune di Tramutola (PZ): Scaturigini naturali di idrocarburi nei Torrenti Caolo e Fossatello

La Valle del Cavolo, in agro di Tramutola, è stata individuata quale area di particolare rilevanza rispetto alle problematiche inerenti ai processi di potenziale contaminazione naturale e antropica delle matrici acqua e sedimenti. La valle, in destra orografica del fiume Agri, è nota, infatti, per la presenza di sorgenti naturali d’acqua mista ad idrocarburi. La presenza di queste sorgenti naturali ha fatto sì che già a partire dal 1933 l’AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli) desse inizio ad una campagna di studi geologici che portarono al rinvenimento, nel 1937, del relativo giacimento di Tramutola e alle successive attività di ricerca e coltivazione durate fino agli anni ‘50. I rilievi di campagna effettuati sulla zona caratterizzata dalle manifestazioni petrolifere hanno messo in evidenza la presenza di pozze d’acqua e ruscelli che presentano segni inequivocabili di un significativo contenuto in idrocarburi e composti dello zolfo, che si manifesta sia in termini odorigeni (marcato odore di zolfo) che visivi (es. iridescenze sulla superficie dell’acqua, precipitati e rivestimenti catramosi sul fondo e lungo le sponde). È, inoltre, da sottolineare come almeno una di queste emergenze sorgentizie presenti carattere perenne ed alimenti un ruscello di discreta portata che si riversa nel torrente Cavolo, a sua volta affluente del fiume Agri.

Al momento non esistono studi specifici sulla quantizzazione degli apporti di idrocarburi di

origine naturale trasportati dal torrente Caolo. Si può tuttavia ritenere che, quando si forma

iridescenza sul pelo d’acqua libero, gli idrocarburi abbiano superato la loro concentrazione di

saturazione in acqua e tendono a stratificarsi naturalmente. In queste condizioni, ampiamente

documentate, è ipotizzabile che le concentrazioni di idrocarburo totale possano eccedere i 20

mg/l. A titolo di esempio il limite normativo per l’immissione di uno scarico idrico è pari a 5 mg/l.

Il dato di concentrazione è suscettibile di ampie fluttuazioni in funzione del regime idrico

delle sorgenti e degli eventi meteorici stagionali. Considerando una portata media di tra 10 e 40 l/s

nella zona sorgenti ed una concentrazione di variabile tra 5 e 20 mg/l si può stimare un apporto

totale annuo variabile in un intervallo tra 1500 e 6000 kg/anno in termini di idrocarburi totali.

Il progetto mira ad ottenere un controllo attivo ed un abbattimento delle concentrazioni di

idrocarburi di origine naturale presenti nel torrente Caolo. L’azione di adsorbimento fisico operata

dai sistemi a grafene espanso produrrà una sensibile riduzione dei carichi affluenti all’invaso del

Pertusillo con relativa riduzione delle concentrazioni nelle acque invasate.

Si può stimare che nel corso del primo anno di attività si possano rimuovere fino a 2000 kg di

idrocarburi totali senza alterare la qualità delle acque del corpo idrico superficiale in quanto la

tecnica proposta non prevede rilascio di sottoprodotti o agenti disperdenti.



Comuni di Scanzano Jonico e Pisticci (MT) Protezione del tratto terminale del Fiume Cavone dagli inquinanti prodotti dalle acque scarico dei canali di bonifica

La piana irrigua del metapontino è servita da una fitta rete di canali di bonifica che nel

tempo alla funzione di controllo dei livelli di falda hanno aggiunto quella (impropria) di recapiti di

vari tipi di scarichi. Le stesse acque di drenaggio non possono dirsi esenti da problemi di

contaminazione in particolare da fertilizzanti e fitofarmaci. Tale situazione costituisce un serio

elemento di danno agli ambienti fluviali costieri che rappresentano una indispensabile struttura di

transizione verso l’ambiente marino che in ultima analisi è il bersaglio delle criticità ambientali

dell’entroterra.

La scarsa qualità delle acque di drenaggio dei canali di bonifica è nota da tempo tanto che

importanti progetti quali il recupero a fini irrigui delle “acque basse” raccolte dalle idrovore

presenti allo sbocco dei canali stessi non hanno trovato possibilità di applicazione.

danni all’ecosistema imputabili a tali fonti di inquinamento, spesso sottovalutate in quanto

considerate secondarie, sono legate in particolare alla prossimità degli scarichi stessi rispetto allo

sbocco a mare (quando non direttamente in mare). L’intensa attività turistica nell’area costiera è

infatti costantemente a rischio per il superamento dei parametri di balneabilità.

Il progetto mira ad ottenere un sensibile abbattimento (in particolare dei picchi) delle

concentrazioni di carica microbica ed elementi nutrienti (azoto e fosforo) contenuti nelle acque di

drenaggio dei canali di bonifica.

Dopo il progetto COMUNINMARE a cura della FARBAS, che ha posto sotto monitoraggio l’acqua di balneazione, l’aver incrementato le bandiere blu, aver istituito il primo sito rete nauta 2000 nello Ionio, si intervien con un intervento strutturale laddove si è evidenziata la principale criticità


Comune di Lagonegro (PZ) Controllo dello stato trofico del lago Laudemio interventi di risanamento delle acque

Il lago Laudemio rappresenta una singolarità naturalistica di notevole interesse ecologico ed

un attrattore suscettibile di valorizzazione paesaggistica e turistica.

La conservazione dell’habitat lacustre è stata negli ultimi decenni sempre critica con

ricorrenti fenomeni di crescite algali e stati pre-eutrofici. Le cause sono da ricercare nello sbilancio

dei flussi di nutrienti a causa degli apporti antropici, comunque modesti, e di quelli di carattere

zootecnico. Meno significativo risulta l’apporto di origine agricola.

Misure di interdizione totale della zootecnia nel bacino imbrifero del lago, seppur efficaci,

risulterebbero penalizzanti per il territorio e precluderebbero interessanti occasioni di sviluppo

come quelle legate alla transumanza.

L’intervento, partendo da una campagna di test di trattamento delle acque in scala di

laboratorio, prevede di effettuare un processo di abbattimento del fosforo in una unità off-site da

realizzare in prossimità del bacino. Le acque del lago, prelevate alla profondità più opportuna

attraverso un tubo-sonda mobile. Verranno trattate e reimmesse nel lago ottenendo nel

contempo una de-fosfatazione ed una riossigenazione.

Dopo un periodo di trattamento più intensivo necessario a riportare i livelli di fosforo entro i

limiti di sicurezza ai fini dell’eutrofizzazione, l’impianto sarà tenuto in funzione per campagne di

trattamento discontinue nel caso i valori di fosforo ed ossigeno disciolto mostrassero criticità.

L’attività dell’impianto sarà comunque soggetta a valutazione e controllo delle autorità

competenti per la pianificazione e tutela dei corpi idrici.


Comune di Matera – Parco delle Chiese Rupestri Controllo dello stato trofico dei Torrenti Gravina e Jesce interventi di risanamento delle acque.

Il torrente Gravina di Matera raccoglie le acque dei canali bonificati presenti in località Pantano e le acque

provenienti dal confine regionale a nord della città di Matera. Costeggia i Sassi di Matera dove scorre nel

profondo canyon e riceve dalla sponda sinistra la confluenza del torrente Jesce, che nasce in territorio di

Altamura. Superata la città di Matera, sfiora l'abitato di Montescaglioso e sfocia nel fiume Bradano dopo

circa venti chilometri.

ARPA Basilicata negli anni ha effettuato controlli sulle acque del torrente Gravina e dalle analisi risulta che

le acque sono di pessima qualità

I torrenti sono interessati dalla presenza di scarichi agricoli, industriali e urbani ma sono le concentrazioni

degli inquinanti organici a destare maggiori preoccupazioni e a suggerire la presenza in acqua di reflui di

origine urbana e/o agricolo-zootecnica

L’intervento si propone di realizzare un impianto di fitodepurazione delle acque dei torrenti

in una area prospiciente uno dei depuratori a servizio della città di Matera in prossimità delle

incisioni significative della gravina, intercettando le acque del tratto arginato del torrente che

recepiscono gli scarichi di origine agricole e zootecnica, oltre a quelle in uscita del depuratore.

La fitodepurazione delle acque in uscita dai depuratori permetterebbe di spingere ad ottimi livelli di qualità

delle acque dei Torrenti.



Acqua

Programma depurazione

Un Programma di efficientamento del sistema idrico integrato, di collettamento e depurazione reso possibile dalle procedure negoziate tra Regione e Ministero, e tra Regione, EGRIB e Acquedotto Lucano, dal nuovo quadro normativo (L.R. n.9/2016),dall'attività di monitoraggio dei dati che ha evitato 10 procedure di infrazione; dalle risorse disponibili nel periodo 2014-2020.

I cantieri interessano 68 impianti di cui:

53 in provincia di Potenza

15 in provincia di Matera,

per un ammontare complessivo di circa 76 milioni di euro.

Progetto Balneazione e bandiere blu

Con il progetto ‘Comuninmare’, si è rafforzata l'attività di monitoraggio sulle acque di Balneazione della Costa lucana i cui dati hanno dimostrato l'ottima qualità presupposto per la possibilità di ottenere la bandiera blu anche in altri comuni oltre quelli già insigniti con tale riconoscimento. Tanto che lanciammo l'idea della bandiera blu per l'intera costa.

Programma reti idriche e completamento Sistema

L’ufficio Ciclo dell’Acqua ha predisposto il completamento del sistema di distribuzione della risorsa idrica ad uso potabile e contestualmente la riduzione delle perdite sulla rete esistente tramite la programmazione degli interventi urgenti ed indifferibili con l’avvio di una procedura negoziata ( DGR n. 561 del 13 giugno 2017 ) tra l’EGRIB, il Gestore del Servizio Idrico Integrato Acquedotto lucano e la regione.

La finalità è quella della sottoscrizione di un Accordo di programma per la gestione dei finanziamenti afferenti ai fondi comunitari PO FESR e FSC 2014/2020 per un totale di M€ 28.000.000,00.

Il procedimento è stato concluso si è in fase di predisposizione dell’atto amministrativo di approvazione dell’Accordo di Programma e di ammissione a finanziamento degli interventi selezionati.


Il piano di Tutela dell’acqua

Con DD GG RR nn. 252/2016 e 1524/2016 sono stati affidati ad ARPAB l’esecuzione degli interventi di monitoraggio della risorsa idrica per l’acquisizione dei dati propedeutici all’aggiornamento del piano di Tutela.

Sono stati acquisiti i dati della prima annualità del monitoraggio (2017) già trasmessi al competente ministero dell’Ambiente e all’Autorità di bacino del Distretto Appennino Meridionale, sono in acquisizione da ARPAB i dati relativi alla seconda annualità (2018), contestualmente gli stessi sono stati elaborati e si è proceduto alla riclassificazione dei corpi idrici e alla rideterminazione dello stato di qualità delle acque e di conservazione degli habitat fluviali, lacustri e marino costieri.

Si è pertanto in grado di poter definire l’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque della Regione Basilicata.

Tronco Acerenza III lotto (Marascione)

L’intervento “Schema idrico Basento – Bradano. Tronco di Acerenza - Distribuzione III lotto” , finanziato con Decreto Interministeriale 736/2010 per € 101.768.337,02, è un intervento strategico finanziato all’interno della c.d. Legge Obiettivo (443/2001). L’ esecuzione delle opere è in fase avanzata, sono stati infatti eseguiti circa il 90% dei lavori appaltati. Con nota n. 8522 del 29/11/2018 il commissario dell’ EIPLI ha interessato l’Ufficio Ciclo dell’Acqua sulla questione delle interferenze rilevatesi tra i lavori di costruzione del partitore di Genzano, eseguiti nell’ambito dell’appalto relativo all’intervento in oggetto e quindi in corso, e l’intervento di riefficientamento del tratto di galleria Acerenza – Genzano, di competenza dell’EIPLI, programmato nell’ambito dell’Accordo di Programma per il mantenimento e ripristino delle capacità di invaso e finanziato con fondi FSC 2014/2020. La realizzazione delle opere di riefficientamento ha reso necessaria l’individuazione di una soluzione che permettesse la loro realizzazione limitando le interferenze con i lavori già in corso ed evitando la sospensione del cantiere e pertanto, dopo approfondite analisi e valutazioni si è valutata la realizzazione di tali lavori, esaminate le condizioni di affidamento e i relativi costi, nell’ambito dell’appalto relativo all’intervento “Schema Idrico Basento-Bradano Tronco di Acerenza – Distribuzione III Lotto”.

Con DGR 50/2019 è stato quindi approvato uno stanziamento aggiuntivo di € 4.000.000,00 al fine di integrare il quadro economico già predisposto dal Commissario. Tanto per assicurare la prosecuzione ed il completamento delle opere già previste in appalto e garantire l’urgente esecuzione delle lavorazioni di ripristino del tratto di galleria Acerenza – Genzano. Tanto perché, come già sottolineato, con il completamento delle opere principali sul tronco di Acerenza, esse non potranno essere più realizzabili senza interferire con le opere già eseguite.

Distretto G

In esito alla gara di appalto -per la redazione del progetto esecutivo e ‘esecuzione dei lavori – i lavori sono stati affidati il 21/06/2016.

Contestualmente, a seguito della scadenza dell’attestazione del vincolo preordinato all’esproprio e dichiarazione di pubblica utilità già espressa dal CIPE con Delibera 107 del 29/03/2006 per l’intervento in oggetto, L’Ufficio ha predisposto la documentazione utile a permettere alla Direzione Generale per le Dighe e le Infrastrutture Idriche ed Elettriche del MIT di preparare apposita istruttoria ai fini del rinnovo della suddetta attestazione con apposita Delibera CIPE, ormai scaduta.
















Arpab : avviato un piano straordinario di rafforzamento

Il “Masteplan” : 35 mln di euro per potenziare l’Arpab e tutto il Sistema di protezione

ambientale

La DGR 1101/2016 del Progetto Esecutivo del Masterplan ha approvato il complessivo progetto di potenziamento e rilancio dell’ARPAB per far fronte alle attività non espletate o parzialmente espletate rispetto al complesso delle funzioni cui l’Agenzia è preposta nell’ambito del complesso quadro ambientale nazionale e regionale.

L’operazione prevede 8 azioni, per ciascuna delle quali sono stati definiti degli output annuali, che vanno verso il potenziamento dell’Agenzia Regionale di Protezione dell’Ambiente della Basilicata (ARPAB) sul fronte sia della dotazione strumentale che della dotazione del personale.

P1 - Potenziamento delle attività svolte presso le sedi dell’agenzia

Comprende i seguenti 5 interventi mirati al cambiamento ed al potenziamento dell’Agenzia, in linea con la programmazione strategica sottesa al progetto “Masterplan”,: 1) Potenziamento delle sedi di Potenza, Matera e Metaponto; 2) Adeguamento strutturale ed impiantistico; 3) Laboratorio determinazioni odorigene; 4) Attuazione legge 68/2015 - Ecoreati ; 5) Presidio fisso Val d’Agri/Sauro di riferimento per le estrazioni petrolifere e per le installazioni Cova e Tempa Rossa.

P2 - Piano di monitoraggio delle acque della Regione Basilicata

L’aggiornamento del Piano Regionale di Tutela delle Acque rappresenta una tappa fondamentale nella gestione e nella tutela della risorsa idrica regionale. Tale aggiornamento non può prescindere dalla valutazione quali - quantitativa della suddetta risorsa. Allo scopo, ARPAB, sulla base delle indicazioni pervenute dalla Regione, dal Ministero dell’Ambiente, dell’Autorità di Gestione del Distretto idrografico e dell’Autorità di Bacino regionale, propone il progetto dell’implementazione della rete di monitoraggio della qualità delle acque. Il progetto prevede i seguenti monitoraggi: • Il monitoraggio delle acque superficiali e profonde finalizzato alla revisione delle zone vulnerabili ai nitrati della Regione Basilicata - Direttiva 91/676/CEE (Direttiva Nitrati). • Il monitoraggio operativo della rete di monitoraggio dei corsi d’acqua superficiali, dei laghi e dei corpi idrici artificiali (laghi realizzati mediante manufatti di sbarramento) D.lgs. 152 e ss.mm.ii. della Regione Basilicata”; • Il monitoraggio operativo della rete di monitoraggio delle acque marino costiere (D.lgs. 152 e ss.mm.ii.) della Regione Basilicata” • Il monitoraggio delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci (D.lgs. 152 e ss.mm.ii.) ciprinicoli e salmonicoli della Regione Basilicata”; • Il monitoraggio in attuazione della Direttiva 2006/118/CEE, relativo alla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento D.lgs. 30/09 della Regione Basilicata”; • Il monitoraggio della Rete Nucleo

P3 - Progetto valori di Fondo

Il progetto, trova una sua generale applicazione nella determinazione del valore di fondo di composti inorganici con particolare riferimento ai metalli e metalloidi attraverso l’utilizzo di procedure condivise e basate su presupposti scientifici sufficientemente rigorosi, tali da permettere un’applicazione a numerosi siti tra cui anche a quelli di interesse nazionale (SIN). L’obiettivo del progetto è quello di conoscere, per tutte le aree regionali indicate nel seguito in cui ricadono siti inquinati con in corso le procedure di cui all’art. 242 del D.lgs. n. 152/2006 o siti potenzialmente inquinati o siti su cui si prevedono insediamenti o attività a rischio di inquinamento, gli analiti presenti e diffusi nell’area e la loro concentrazione rappresentativa con riferimento al valore di fondo. Le aree interessate dallo studio, per un intorno significativo, sono costituite da: • i siti di interesse nazionale di Tito e Val Basento, • i siti industriali di Viggiano, Valle di Vitalba, San Nicola di Melfi, Baragiano, Balvano, Matera “La Martella” e Matera “Jesce”, • i siti oggetto di attività petrolifera (concessione Val D’Agri e Gorgoglione); • i cementifici presenti sul territorio regionale (Italcementi e Santa Maria di Costantinopoli).

P4-A - Supporto al piano regionale di ispezioni AIA

L’obiettivo generale del progetto è quello di supportare l’amministrazione regionale nella programmazione dell’attività ispettiva delle istallazioni AIA presenti sul territorio regionale. La Regione Basilicata dovrà adottare il piano delle ispezioni, con il supporto tecnico-gestionale dell’ARPAB, che costituirà un potente strumento di controllo e di screening dello stato ambientale regionale. Nell’ambito della presente attività, l’Agenzia potrà dotarsi di uno strumento in grado di indirizzare le attività di verifica ed accertamento secondo quanto previsto e programmato nelle singole autorizzazioni integrate ambientali, con particolare riferimento: - al rispetto delle condizioni dell’A.I.A.; alla regolarità dei controlli a carico del gestore, alla regolarità delle misure e dei dispositivi di prevenzione dell’inquinamento, nonché al rispetto dei valori limite di emissione; - alla verifica che il gestore abbia ottemperato ai propri obblighi di comunicazione ed in particolare che abbia informato l’autorità competente con regolarità e, nel caso di inconvenienti od incidenti che influiscano in modo significativo sull’ambiente, tempestivamente dei risultati della sorveglianza delle emissioni del proprio impianto. Per queste ragioni, il piano dovrà contemplare, oltre ovviamente i monitoraggi analitici in loco, anche la gestione di tutti i dati rilevati, al fine di rendere le attività ispettive funzionali ad una programmazione pluriennale che possa tenere conto dei trend riscontrati e delle esigenze del territorio. L’ARPAB supporterà l’autorità competente, nel realizzare il coordinamento delle attività ispettive in materia di A.I.A. anche con quelle previste in materia di valutazione di impatto ambientale ed in materia di incidenti rilevanti, nel rispetto delle relative normative.

P4-B - Supporto al piano regionale ispezioni aziende a rischio di incidente rilevante

Le verifiche ispettive sono lo strumento attraverso cui viene esercitato il controllo sugli stabilimenti e sono svolte per consentire un esame pianificato e regolare dei sistemi tecnici, organizzativi e di gestione presenti nello stabilimento. L’Agenzia Regionale di Protezione dell’Ambiente Basilicata supporterà la Regione Basilicata nella redazione del Piano regionale delle Ispezioni e nello svolgimento delle ispezioni alle aziende di soglia inferiore in coerenza con il Piano stesso. L’obiettivo generale è quello di prevenire l’accadimento di incidenti rilevanti e limitarne le conseguenze per l’uomo e per l’ambiente. Il supporto dell’ARPAB in tal senso sarà fondamentale, in quanto Agenzia demandata a svolgere sul campo le ispezioni per rischi di incidente rilevante; le attività di potenziamento previste consentiranno in chiave generale di: - Assicurare in modo più efficace la conoscenza dello stato della qualità delle matrici ambientali in particolare nelle aree della regione interessate dalla presenza di stabilimenti; - Supportare il processo decisionale nella scelta di azioni idonee a ridurre efficacemente i rischi idi incidente e controllarne l’andamento; - Fornire ai soggetti esterni interessati al monitoraggio ambientale dati per l’integrazione dei propri sistemi informatici, nonché un’adeguata e corretta informazione ambientale; - Formare professionalità con competenze tecniche specialistiche al fine di individuare le misure tecniche e gestionali più efficaci per la mitigazione dei rischi e dei potenziali effetti sanitari avversi e valutarne l’efficacia nel tempo.

P5 - Determinazioni analitiche per caratterizzazioni idrogeologiche

Il progetto si prefigge la caratterizzazione chimica e chimico-fisica dei corpi idrici sotterranei in aree maggiormente impattate (es. aree industriali di S.Nicola di Melfi, Val D’Agri , SIN Val Basento, SIN TITO, aree di concessione per l’estrazione petrolifera, cementifici, ecc), così come individuate nel Progetto P3. La necessità di eseguire tali indagini è strettamente funzionale all’implementazione ovvero all’ aggiornamento del data base delle caratteristiche chimiche e chimico-fisiche delle acque sotterranee, in contesti di maggior impatto ambientale, al fine di poter eseguire le successive determinazioni relative al fondo naturale, quale obiettivo finale per ricondurre lo stato di qualità della matrice monitorata a situazioni di locale contaminazione o a situazioni connesse alla naturale composizione litologica del sito.

P6 - Monitoraggio degli ecosistemi della Val d’Agri

In considerazione dei potenziali gravi effetti sul contesto ambientale connessi alle attività petrolifere, il progetto intende proseguire, con iniziative già avviate per effetto della DGR 627/2011, azioni di monitoraggio di tutte le componenti ambientali coinvolte al fine di una sempre maggiore controllo del contesto ambientale nelle sue caratteristiche fondamentali. Allo scopo, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente, a partire dal giugno 2013, è stata parte attiva nella definizione di uno specifico progetto di monitoraggio delle diverse componenti ambientali potenzialmente impattate da attività estrattive (Progetto Ecosistemi). Per lo svolgimento di tali attività risulta necessario il potenziamento della strumentazione per l’analisi chimica di molecole complesse quali indicatori di contaminazione da petrolio.

P7 - Pianificazione della qualità dell’aria ex D.lgs. 152/2010

Come evidenziato nell’analisi di contesto, le emissioni di sostanze inquinanti, comportano l'alterazione della composizione chimica dell'atmosfera ed influenzano quindi la qualità dell'aria che respiriamo. Il controllo delle emissioni in atmosfera è, pertanto, un momento fondamentale per la conoscenza delle dinamiche del sistema produttivo locale e per la conseguente individuazione delle cause che portano al deterioramento della composizione naturale della bassa atmosfera. L’obiettivo generale del “Progetto di aggiornamento della pianificazione della qualità dell’aria ex d.lgs. 155/2010”, prevede di fatto un insieme di attività che rivestono una duplice finalità: quella di assicurare in modo efficace la conoscenza dello stato della qualità dell’aria su tutto il territorio ed in modo particolare in quelle aree della regione interessate da forti pressioni antropiche, e quella di supportare l’amministrazione regionale nella predisposizione, del “Piano di Qualità dell’Aria” a seguito di aggiornamento del catasto delle emissioni e dell’individuazione della zonizzazione e classificazione del territorio regionale. Le attività oggetto del presente intervento, saranno realizzate dall’ARPAB, in considerazione anche del fatto che sul territorio lucano, il sistema di valutazione della qualità dell’aria, costituito dalle stazioni fisse, dai laboratori e unità mobili e dagli strumenti modellistici è gestito dalla stessa Agenzia. Con questo progetto saranno sviluppate anche le necessarie attività legate alla connessione e valutazione dei dati provenienti dagli SME delle principali installazioni industriali.

P8 - Centro di Monitoraggio Ambientale Il C.M.A.

è un complesso sistema di monitoraggio ed acquisizione dati ambientali attestato all’ARPAB. Esso consiste in un Centro di Controllo per l’acquisizione, la gestione, l’elaborazione e la pubblicazione dei dati. La finalità del progetto è orientata all’adeguamento ed al potenziamento dell’asset del CMA, e prevede la manutenzione evolutiva e correttiva dei sistemi di rilevazione e di modellazione al fine della: - archiviazione ed elaborazione dei dati della rete di rilevazione acquisite in locale e remoto; - massimizzare le informazioni ottenibili dalle stazioni; - identificare strategie di mitigazione dei rischi; - ottimizzazione dell’interfaccia verso gli utenti (amministratore di sistema/decisore/ utente esterno) - prevedere l’evoluzione dei fenomeni. La gestione del CMA non può essere disgiunta da una efficace azione di manutenzione ordinaria, straordinaria in relazione alle apparecchiature (UPS ed hard disk) soggette a veloce obsolescenza, che manutenzione evolutiva che consenta l’acquisto di hardware necessario per ampliare le capacità di “storage” e/o di elaborazione del sistema. A ciò si aggiunga la necessità di sviluppo del sistema per elaborare i dati di nuove matrici ambientali e/o di nuove centraline di monitoraggio


L’accordo Ispra : un modello virtuoso di sinergia che ha dato ottimi frutti e che l’attuale governo giallo verde non ha voluto rinnovare

Con DGR n.1475 19/12/2016 il MATTM, la Regione, L’ISPRA e l’ARPAB hanno stipulato un Accordo di Quadro per il potenziamento del monitoraggio ambientale nella Regione Basilicata, attraverso il supporto tecnico-scientifico dell’ISPRA in favore di ARPAB.

  • detto accordo è scaduto nell’ottobre 2017.

  • grazie a tale Accordo Quadro sono state sviluppate le seguenti attività in convenzione con ISPRA:

  • (febbraio 2017) l’ARPAB ha stipulato con ISPRA la convenzione per la Collaborazione scientifica per l’individuazione dei corpi idrici di riferimento nell’ambito del Piano Tutela Acque e raccolta e gestione dei dati per i flussi informativi;

  • (maggio 2017) l’ARPAB ha stipulato con ISPRA la convenzione per la Collaborazione tecnico-scientifica nelle attività previste dal “Progetto P3 Valori di Fondo” del Masterplan;

  • (ottobre 2017) l’ARPAB ha stipulato con ISPRA la convenzione per la collaborazione tecnico-scientifica per l’applicazione delle tecniche isotopiche all’invaso del Pertusillo;

  • (giugno 2018) l’ARPAB ha stipulato con ISPRA la convenzione per l’Affiancamento con finalità formative nelle attività di controllo e monitoraggio dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico.



Relativamente al Pozzo di reiniezione Costa Molina 2 con DGR n. 1384 del 19/12/2017 è stato istituito un Tavolo Tecnico-Scientifico, composto dalla Regione, dall’A.R.P.A.B. e dalla Società eni S.p.A. e da eventuali altri enti o istituzioni scientifiche (ISPRA) con il compito determinarne le concentrazioni caratteristiche ed i valori soglia di attenzione a cui far corrispondere azioni di controllo e/o di intervento e meglio dettagliare la caratterizzazione delle acque di strato e di processo anche con il fine di impegnare la Società eni S.p.A. a mettere in campo azioni di maggior tutela ambientale. Purtroppo a causa dell’indisponibilità dell’ISPRA a fornire supporto in assenza del rinnovo dell’Accordo Quadro, occorre individuare un Ente terzo scientificamente qualificato, al pari dell’ISPRA, che coadiuvi i lavori del Tavolo tecnico scientifico, supportandolo nell’interpretazione critica dei dati analitici derivanti dal monitoraggio del Pozzo di reiniezione Costa Molina 2 e nella definizione dei livelli di concentrazioni soglia.


D.G.R. n. 733/2017 – riavvio del COVA dopo evento di contaminazione e sopralluoghi programmati: come noto sono stati effettuati solo due sopralluoghi (il 17/11/2017 e 12/04/2018), il terzo sopralluogo, più volte programmato non è stato effettuato, come comunicato con nota prot. n. 188427/23AB del 09/11/2018, per l’indisponibilità dell’ISPRA a fornire all’ARPAB, come avvenuto nei due precedenti sopralluoghi, il supporto tecnico-scientifico.

Validazione da parte dell’ARPAB del Piano di Monitoraggio Ambientale TOTAL: l’Agenzia non detiene specifiche competenze circa le tematiche Sismicità e Subsidenza, Biomonitoraggio e Stato ecosistemi, in ordine alle quali aveva chiesto il supporto ad ISPRA, ma il mancato rinnovo dell’Accordo di Programma tra MATT, Regione Basilicata, ARPAB e ISPRA (scaduto a luglio 2018) non consente all’ Agenzia Regionale di esprimersi a riguardo.


Leggi e Piani : servono regole certe per difendere il territorio

Con D.G.R. n. 498 dell’08.06.2018 la Regione Basilicata ha approvato il Protocollo d'intesa tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il ministero per lo Sviluppo Economico e la Regione Basilicata, per la condivisione di metodologie, strumenti e tecnologie finalizzate al supporto del piano regionale di sostenibilità ambientale e dei processi di valutazione ambientale nel settore energetico

Abbiamo anticipato di un anno il cosiddetto Piano delle Aree volto a definire una volta per tutte le aree non idonee al petrolio.




Petrolio

Concessione VAL D’AGRI

Chiusura del Centro Olio

Per la prima volta nella storia del petrolio in Basilicata la Regione ha decretato la chiusura del Centro Olio Eni a causa delle perdite di petrolio dai serbatoi.

D.G.R. n. 322 del 15 aprile 2017: sospensione dell’esercizio del COVA – Principio dell’azione ambientale.

Esigenze di prevenzione e precauzione imponevano di svolgere approfondimenti ed ispezioni al fine di verificare la reale portata dell’inquinamento ed evitare l’aggravamento della contaminazione occorsa.


Nei 90 giorni di sospensione:

19 aprile 2017: il Presidente della Regione e l’Assessore all’Ambiente hanno chiesto al Ministero dell’Ambiente la convocazione di un incontro tecnico con i rappresentanti del MATTM, del Ministero dello Sviluppo Economico (UNMIG), dell’ISPRA, del CNR-IIA, dell’ARPAB e della Società eni S.p.A., al fine di “poter acquisire maggiori informazioni ed al tempo stesso valutare azioni congiunte da poter mettere in campo nell’immediato”;

4 maggio 2017: si tiene il primo tavolo tecnico presso il MATTM;

05 maggio 2017: la Società eni S.p.A. ha trasmesso il Piano di Ispezione e Manutenzione Straordinario di cui al punto 2) della D.G.R. n. 322 del 15/04/2017;

Prima ispezione - 18 maggio 2017: i rappresentanti della Regione, dell’ISPRA e dell’ARPAB hanno effettuato un sopralluogo presso il COVA per acquisire gli elementi tecnici preliminari relativi al suddetto Piano di Ispezione e Manutenzione Straordinaria

Seconda ispezione - 26 maggio 2017: i rappresentanti di Provincia di Potenza, Regione congiuntamente ad A.R.P.A.B. ed ISPRA hanno effettuato un sopralluogo presso il COVA per la verifica delle azioni di messa in sicurezza di emergenza ;

19 maggio 2017: D.G.R. n. 442 :" Art. 242 del D.Lgs. 152/2006 - approvazione del il piano di caratterizzazione con prescrizioni;

06 giugno 2017: la Società eni ha trasmesso la Relazione Conclusiva Status MISE dalla quale si evince che lo sversamento ha avuto origine dal serbatoio V220-TB-001 D, che la quantità stimata di olio sversata è di circa 400 tonnellate e che alla data della relazione sono stati recuperati circa 290 tonnellate di prodotto;

Giugno 2017: si dispone il riesame parziale ed integrale dell’A.I.A finalizzato all’integrazione del Piano di Monitoraggio e Controllo , della disciplina relativa ai doppi fondi dei serbatoi, alle reti interrate, alle linee contenenti olio, ubicate all’interno del COVA ed ai serbatoi V540-VA-001 e V540-TM-002, nonché alle linee olio e ai pozzi di estrazione; 27 giugno 2017: si tiene il secondo tavolo tecnico presso il MATTM;

Primo riesame Aia sul sistema di gestione ambientale e la verifica di tutte le tubature

DGR n. 313/2017: Riesame parziale dell’AIA, ai sensi dell’art 29 octies, comma 4 lettere a) e c) del D.Lgs 152/2016 finalizzato all’integrazione del Piano di Monitoraggio e Controllo di cui alla D.G.R. 627/2011, dei doppi fondi dei serbatoi, delle reti interrate, delle linee contenenti olio, ubicate all’interno del COVA e ei serbatoi;

Secondo riesame Aia sulle emissioni in atmosfera, gli odori e i rumori

In corso il riesame parziale dell’AIA finalizzato a verificare il Piano di Monitoraggio e Controllo delle emissioni in atmosfera dell’intera installazione, prevedendo anche un’integrazione con il monitoraggio e controllo delle torce, delle emissioni odorigene e delle fasi di transitorio:

prima seduta della Conferenza di servizi tenutasi il 26 luglio 2018, seconda seduta programmata per il 21 febbraio 2019.

Piano di Caratterizzazione dell’area oggetto dell’inquinamento

Il Piano di caratterizzazione è stato approvato con Dgr 19 maggio 2017, n. 442 e modificato con Dgr 24 ottobre 2017 n. 1132, Dgr 27 giugno 2018 n. 585 e Dgr 22 gennaio 2019 n. 47. Il PdC integrato prevede la caratterizzazione delle matrici suolo, sottosuolo ed acque sotterranee relative a tutta l’area del COVA (171.000 mq) e ad una parte esterna, per un’estensione complessiva di 300.000 mq. costituita da aree industriali e ad uso agricolo-zootecnico, ricadenti in parte nel territorio del Comune di Viggiano ed in parte nel territorio del Comune di Grumento Nova. Sono stati eseguiti 6 profili di tomografia geoelettrica, e 188 sondaggi geognostici, di cui 109 attrezzati a piezometri.Nel terreno insaturo è stato riscontrato il superamento delle CSC di riferimento dei parametri: idrocarburi leggeri e pesanti, benzene e BTEX, in alcuni punti di indagine localizzati in un’area di ridotte dimensioni, all’interno delle proprietà private Trotta Elettromeccanica s.r.l. e Duerre s.n.c. in corrispondenza della Fossa del Lupo e del tubo dreno in essa posizionato. Le analisi condotte sui campioni di sedimenti prelevati nel corso delle indagini di caratterizzazione hanno evidenziato la completa conformità alle CSC di riferimento previste dal D. Lgs. 152/06.È stata individuata la presenza di un livello coesivo con buona continuità laterale in grado di separare la falda in una porzione superficiale ed una profonda, entrambe appartenenti alla medesima facies idrochimica. Nella acque sotterranee i superamenti riscontrati, internamente al COVA sono localizzati nell’area del piezometro superficiale Ppi005, esternamente al COVA, i superamenti delle CSC per i composti che possono essere ritenuti riconducibili alla fuoriuscita di greggio del febbraio 2017, sono stati riscontrati esclusivamente nei campioni di acque sotterranee in un’area di superficie limitata, circoscritta alla sola area privata Duerre s.n.c., in corrispondenza della Fossa del Lupo e del tubo dreno in essa posizionato.Le analisi eseguite sui campioni di acque sotterranee prelevati dai piezometri superficiali, permettono di riconoscere la presenza di una contaminazione da solventi clorurati, non riconducibile all’evento di fuoriuscita di greggio dal COVA, in un’area circoscritta ad ovest dell’area privata Duerre s.n.c., esternamente alla sede della Fossa del Lupo e del tubo dreno. L’elaborazione della carta freatimetrica superficiale conferma che la presenza dei solventi clorurati non è riconducibile al COVA; In corrispondenza della maggior parte dei piezometri di monitoraggio superficiali campionati, sia interni che esterni al COVA e a monte dello stesso, si riscontra la presenza di concentrazioni di Mn eccedenti la CSC di riferimento con valori variabili e con una distribuzione che interessa tutta l’area di studio. Le concentrazioni rilevate e la distribuzione areale dei superamenti permettono di ritenere che alcuni elementi tra i quali il Mn possa essere annoverato.Il sito risulta essere potenzialmente contaminato ai sensi dell’art. 240 del D.Lgs. 152/06, il suo stato di contaminazione verrà determinato in caso di superamento delle Concentrazione Soglie di Rischio (CSR), definite mediante l’Analisi di Rischio Sito Specifica.Il rapporto definitivo sui risultati della caratterizzazione dovranno essere trasmessi entro 30 marzo 2019.


Concessione Gorgoglione Total

Estensione Punto Zero

A luglio 2016 abbiamo obbligato ad estendere il monitoraggio ambientale a tutti i 13 comuni della Concessione Gorgoglione

Blocco autobotti

Total chiede a gennaio 2017 l’approvazione ai sensi degli artt. 169 e 179 del d. Lgs 163/2006 – di una variante al Progetto Tempa Rossa per la realizzazione di un centro di carico per il trasferimento del greggio a terminali di esportazione.La Regione Basilicata con DGR 1061 del 6 ottobre 3017 esprime parere contrario al rilascio del Giudizio Favorevole di Compatibilità Ambientale .

Blocco della produzione, senza ottemperanza alle prescrizioni

La DIFFIDA dalla esecuzione delle prove funzionali di esercizio dell’impianto TOTAL del 4 settembre 2018, prende le mosse dalla evidente mancata ottemperanza da parte della Società a tutte le prescrizioni contenute nella D.G.R. n. 1888/2011 (e s.m.i.) e nell’allegato 1 della delibera CIPE n. 18/2012 con particolare riferimento era alle prescrizioni numero 11, 14, 16, 17 e 19 della DGR richiamata.Inoltre nella diffida veniva evidenziata e l’assenza di un chiaro e definito sistema di monitoraggio ambientale derivante proprio dalla ottemperanza alla prescrizione 11.

Blocco ulteriore pozzo Gorgoglione 3

Con DGR n. 60 del 24 gennaio 2019, nell’ambito della procedura di V.I.A. nazionale relativamente al “Progetto di perforazione del pozzo denominato Gorgoglione 3 nell’ambito della Concessione di Coltivazione di idrocarburi Gorgoglione nel Comune di Corleto Perticara (PZ)” la Regione Basilicata ha espresso parere contrario al rilascio del giudizio di Compatibilità Ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Scenario Tempa Rossa e ulteriori monitoraggi

PRESCRIZIONE 10 - DGR 1888/2011:

SINTESI PROGETTO DI BASELINE AMBIENTALE SOCIALE E TERRITORIALe

le seguenti azioni:

1) definizione del contesto ambientale

2) realizzazione di un inventario naturalistico

3) caratterizzazione socio-ambientale del territorio interessato dalle attività estrattive

4) partecipazione e condivisione, in tutte le fasi realizzative, degli Enti e dei portatori di interesse del territorio. L’esito del Progetto di Baseline Ambientale e Socio-Territoriale fornirà indicazioni sullo stato attuale delle componenti ambientali e socio-territoriali nelle aree della concessione “Gorgoglione” e rappresenterà il termine di confronto per la valutazione dei risultati emergenti dai controlli che saranno effettuati in modo permanente dopo l’avvio della fase produttiva del Progetto Tempa Rossa.


Riesame AIA e divieto di scarico acque nel Sauro

Parallelamente alla verifica di ottemperanza delle prescrizioni ambientali per la partenza del Centro Olio è in corso il riesame parziale dell'autorizzazione ambientale volta tra le altre cose a eliminare la possibilità di scaricare le acque nel fiume Sauro e ad implementale la rete di monitoraggio ai comuni di Gallicchio e Armento.



Accordo con INGV per la gestione delle reti della sismicità

E’ stato approvato lo schema di Accordo Quadro tra il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), la Regione Basilicata e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) per l'applicazione degli "Indirizzi e linee guida per il monitoraggio della sismicità (ILG)" alla Concessione Gorgoglione. E Val d’Agri

In tale accordo, è previsto che l’INGV, in qualità di organo tecnico del MISE e della Regione, esaminerà e valuterà il progetto di monitoraggio, eseguirà l’elaborazione, analisi ed interpretazione dei dati del Punto Zero della Sismicità e del Punto Zero della Subsidenza e ne supervisiona la realizzazione nel rispetto delle specifiche degli ILG”, provvederà alla trasmissione dei dati al MiSE ed alla Regione.

Buoni rapporti istituzionali consentono l’attuazione di buone pratiche volte a monitorare il territorio al fine di prevenire, per quanto possibile, e limitare danni dovuti ad eventi sismici.



Il Piano delle Aree

D.G.R. n. 498 dell’08.06.2018 avente ad oggetto “Protocollo d'intesa tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il ministero per lo Sviluppo Economico e la Regione Basilicata, per la condivisione di metodologie, strumenti e tecnologie finalizzate al supporto del piano regionale di sostenibilità ambientale e dei processi di valutazione ambientale nel settore energetico”; con D.G.R. n. 499 dell’08.06.2018 si approvava l’integrazione dell’Accordo di Collaborazione di cui alla DGR 1196/2017, sottoscritto con la FARBAS il 22.11.2017, con l’inserimento della specifica linea di attività, denominata WP5- PRSA tesa a sviluppare azioni di supporto per lo svolgimento delle attività definite nel Piano di lavoro presente nel Protocollo di Intesa tra MATT – DVA, MISE - DGSUNMIG e Regione Basilicata

Sede Arpab In Val D’Agri

Si tratta del progetto P09 del Masterplan.

Lo scopo dell’intervento è quello di istituire un presidio, connesso direttamente con il sistema informativo

agenziale, attraverso una piattaforma territoriale a servizio dell’area della Val d’Agri e del Sauro la cui

ubicazione sarà definita sentiti i sindaci delle aree oggetto delle concessioni. La Conferenza dei Sindaci, con

nota prot. 0005313 del 10/05/2017 pervenuta dal Comune di Viggiano, ha deciso l’ubicazione nel Comune di Viggiano della sede permanente del Presidio. L’intento è quello di creare una rete funzionale capace di potenziare, in termini di tempestività, l’azione di allerta. Il fine ultimo del progetto consiste nello standardizzare un approccio integrale che sfrutta le diverse tecnologie da remoto, strumentazione mobile e unità di personale dedicato, comprese eventuali figure professionali dei comuni, adeguatamente formato che, messi a sistema, in una porzione specifica del territorio della Val d’Agri e del Sauro, garantiranno un supporto di allerta integrato in termini di informazioni, rispetto ai sistemi convenzionali previsti nei piani di emergenza ed in grado di implementare un data base relazionale, contenente tutti i malfunzionamenti /segnalazioni/eventi anomali occorsi nel tempo, consultabile on-line.


Permessi di ricerca : nessun nuovo permesso, nessun nuovo pozzo

Non abbiamo autorizzato nessun nuovo permesso. Sono state bocciate tutte le nuove istanze. Abbiamo bloccato il disciplinare tipo per le nuove istanze

Azioni per far valere l’intesa in senso “forte”

La Regione Basilicata ha promosso nei mesi scorsi, giudizio di costituzionalità nei confronti della sentenza del Consiglio di Stato n. 5471/201, con la quale, i giudici di secondo grado, confermavano le ragioni della Soc. Rockhopper pur in presenza di ripetuti e formalizzati dinieghi della Regione Basilicata. Con il ricorso alla Corte Costituzionale, la Regione Basilicata proseguiva coerentemente la battaglia finalizzata a far valere l’intesa tra Stato e Regione, prevista dalla vigente normativa, con una interpretazione in favore della tesi di 'Intesa in senso forte'. Nel rilascio dell’Intesa la Regione ha un ruolo di ente esponenziale delle comunità territoriali e di ricettore delle volontà manifestate dalle collettività locali, e non un ruolo di mediazione. L'intesa non può ridursi ad una valutazione ambientale ma è espressione della competenza della Regione in materia di valorizzazione e governo del territorio, valorizzazione dei beni culturali e ambientali, promozione e organizzazioni di attività culturali. Pertanto il diniego dell’intesa da parte della Regione non può essere soggetto a giurisdizione amministrativa.

Appare evidente che far prevalere la lettura che il Tar e il Consiglio di Stato danno dell’Intesa stessa comporta ricadute negative per i territori lucani. Ricadute negative sia in termini di deminutio dei poteri assegnati dalla Costituzione e dalle norme speciali in tema di idrocarburi, alle Regioni, sia in termini di elaborazione di politiche strategiche di sviluppo regionale e di tutela del territorio.

Per tali motivi ci saremmo invece aspettati che il Governo fosse, coerentemente con quanto annunciato e proclamato ripetutamente, al fianco della Regione Basilicata e non a sostegno della Soc. Rockhopper. Per tali motivazioni, lo scorso 6 novembre 2018, la Regione ha indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio Avv. Conte nella quale si chiedeva al Governo di confermare il diniego in merito al predetto permesso di ricerca di idrocarburi nel territorio di Brindisi di Montagna. L’esultanza dai balconi sia reali che virtuali ha poco senso se coltivato demagogicamente per raccattare qualche consenso temporaneo. Nonostante la temporanea moratoria troviamo pertanto gravissimo l’atto del Governo perché dimostra di non aver compreso la correttezza della posizione costituzionale della Regione Basilicata ed allo stesso tempo pericolosissimo poiché rischia di rimettere in discussione lo strumento (intesa forte) in grado di salvaguardare le prerogative locali, ponendo al centro dell'attenzione la valorizzazione del territorio e del paesaggio. Per parte nostra continueremo in maniera intransigente a non consentire nessuna altra attività petrolifera in Basilicata


Progetto Ambiente – Salute con l’ISS per proseguire lo studio VIS

Questo progetto si colloca all'interno del programma di collaborazione ISS.Regione Basilicata "Valutazione dell'incidenza dei fattori ambientali sullo stato di salute della popolazione residente, con particolare riferimento alte attività estrattive petrolifere, all'esposizione all'amianto naturale (tremolite) e artificiale, alla gestione e smaltimento dei rifiuti urbani ed industriali" focalizzandosi, in particolare, sull'impatto sulla salute dei fattori di rischio ambientali associati alle attività estrattive petrolifere.

L'impatto delle attività estrattive petrolifere sulla salute della popolazione è una problematica considerata attualmente prioritaria dalle autorità regionali nel più ampio contesto dell'incidenza dei fattori ambientali sullo stato di salute della popolazione. ln Basilicata le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi interessano circa il 36% del territorio: sono vigenti 20 concessioni di coltivazione, 11 permessi di ricerca e sono state presentate 17 nuove richieste di conferimento di permessi di ricerca. L'attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi, con impianti produttivi, infrastrutture e reti tecnologiche, comporta inevitabilmente un impatto sulle componenti ambientali e naturali,

I principali rischi ambientali sono legati alla perforazione dei pozzi, al trasporto degli idrocarburi ed al loro trattamento nelle centrali, ln particolare, l'attività di upstream produce emissioni puntuali e diffuse in atmosfera di ossidi di carbonio, di composti dello zolfo e composti odorigeni solforati, di ossidi di azoto, di composti aromatici, di metano e composti non metanici, di particolato, oltre a microinquinanti organici ed inorganici di alta rilevanza igienico-sanitaria prevalentemente connessi ai processi di combustione, at gas flaring ed al gas venting, alla movimentazione ed allo stoccaggio dei prodotti.

Le aree maggiormente interessate ad una valutazione dell'impatto sulla salute delle attività connesse alle estrazioni petrolifere, sono, allo stato, la Val D'agri con una popolazione di circa 45.000 persone -afferenti a 19 comuni della provincia di Potenza (Armento, Corleto Perticara, Gallicchio, Grumento Nova, Guardia Perticara, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Missanello, Moliterno, Montemurro, Paterno, Roccanova, San Chirico Raparo, San Martino d'Agri, Sant'Arcangelo, Sarconi, Spinoso, Tramutola, Viggiano) e l'ambito territoriale denominato "Tempa Rossa" interessato dalla concessione "Gorgoglione", riguardante una popolazione di circa 19.000 persone afferenti a 13 comuni tra la provincia di Potenza e quella di Matera (Corleto Perticara, Guardia Perticara, Gorgoglione, Anzit Laurenzana, Castelmezzano, Cirigliano, Pietrapertosa, Stigliano, Accettura, Armento, Missanello, Aliano).

ln tali aree sono presenti, oltre all'attività estrattiva legata alla produzione di idrocarburi, anche altri "fattori di pressione ambientale" sia di origine naturale (es. affioramenti naturali di idrocarburi) sia di origine antropica (es. impianti industriali, oleo/gasdotti, trasporti, attività agricole etc..,), di cui occorre tener conto nelle valutazioni inerenti il rischio sanitario per la popolazione residente.














Energia

Smart Grids : il più grande investimento in reti intelligenti

La Giunta regionale con deliberazione n.756 del 02/08/2018 ha aderito al regime di aiuto per le infrastrutture, istituito ai sensi dell’art.48 del Reg. UE n.651/14 GBER, con Decreto del MiSE del 19/10/2016 prevedendo, in definitiva, sull’Asse 4 “Energia e Mobilità urbana” Azione 4D.4.3.1. del P.O. FESR Basilicata 2014/2020 un finanziamento di €13.924.827,00 per la realizzazione di progetti per la formazione di reti intelligenti di distribuzione dell’energia elettrica (SMART GRIDAS). A seguito di un’apposita selezione effettuata da un Gruppo tecnico di valutazione delle operazioni proposte sono stati ammessi a finanziamento i seguenti tre interventi:

Progetto smart grid Cabina Primaria di Melfi Fiat per un importo di € 1.170772,00;

Progetto smart grid Cabina Primaria di Matera per un importo di € 7.090.767,00;

Progetto smart grid Cabina Primaria di Potenza per un importo di € 5.663.228,00.


F.E.R. : Legge Regionale 54/2015 e successive modificazioni: dopo lo scempio finalmente le norme per il corretto inserimento degli impianti nel territorio.

Con Legge Regionale 30 dicembre 2015, n. 54

“RECEPIMENTO DEI CRITERI PER IL CORRETTO INSERIMENTO NEL PAESAGGIO E SUL TERRITORIO DEGLI IMPIANTI DA FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI AI SENSI DEL D.M. 10.09.2010” sono stati adottati i criteri e le modalità per il corretto inserimento degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ed individuate le cosiddette “aree e siti non idonei” alla loro installazione ai sensi del D.M. 10/09/2010 “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”, sulla scorta dell'istruttoria compiuta da un apposito Gruppo di Lavoro interistituzionale e interdipartimentale. In tale operazione si è tenuto conto delle peculiarità del territorio conciliando le politiche di tutela dell'ambiente e del paesaggio, del territorio rurale e delle tradizioni agro-alimentari locali con quelle di sviluppo e valorizzazione delle energie rinnovabili.


F.E.R. : introdotto il libretto di sicurezza degli impianti eolici

Con l’art.15 bis “Controllo e verifica degli impianti. Istituzione del libretto di sicurezza” della L.R. n.8/2012 introdotto dall’art.56 della L.R. 29 giugno 2018, n.11 l’amministrazione regionale ha inteso istituire il libretto di sicurezza con lo scopo di censire e verificare la costruzione, le condizioni e le modalità di esercizio e manutenzione di tutti gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili esistenti sul territorio regionale, anche attraverso il controllo da parte dei Comuni sul cui territorio insiste l’impianto.

Il libretto di sicurezza ha pertanto lo scopo di indurre i soggetti titolari responsabili dell’esercizio a dare conto degli interventi di manutenzione effettuati, nonché ad effettuare e registrare annualmente le verifiche tecnico funzionali ai fini della sicurezza di tutte le parti costituenti l’impianto

La Giunta regionale sta per adottare le disposizioni operative relative al libretto di sicurezza degli impianti eolici nelle quali sono previste, tra l’altro, le relative sanzioni in caso di omissioni nella registrazione e/o nell’aggiornamento dei relativi dati di gestione ed esercizio da parte del responsabile.


Avviso Cogenerazione/trigenerazione : come mettere a valore la forestazione.

La Giunta regionale con delibera del 28/12/2018, n.1414 ha emanato nell’ambito del P.O. FESR Basilicata 2014/2020 Asse 4 “Energia e Mobilità urbana” – Azione 4G.4.4.1. un apposito Avviso pubblico per il finanziamento fino all’importo di euro 5.345.000,00 di impianti di cogenerazione/trigenerazione alimentati a biomasse solide per la produzione di energia elettrica e termica, a servizio di strutture pubbliche di proprietà di soggetti pubblici.

Entro il termine del 31 gennaio 2019 sono state presentate da parte dei Comuni che hanno in precedenza manifestato il proprio interesse n.27 istanze di finanziamento ritenute ammissibili per un totale di interventi di euro 24.456.005,00.Le istanze ammissibili saranno esaminate da un apposito Gruppo tecnico costituito da funzionari regionali.


Audit energetici: come risparmiare sugli edifici pubblici.

Nell’ambito del Patto per lo Sviluppo della Regione Basilicata “D.E.E.P. Bas. – Diagnosi energetiche edifici pubblici Basilicata” è stato adottato dalla Giunta regionale con delibera 30 ottobre 2018, n.1112 un “Disciplinare” con il quale è stato ripartito l’importo complessivo di euro 1.000.000 dei fondi FSC (Fondi per lo Sviluppo e la Coesione) assegnando ai soggetti beneficiari/attuatori pubblici: Comuni, Provincie, ASM, ASP, AOR e CROB le somme occorrenti per effettuare la diagnosi energetica degli edifici pubblici.

Con le diagnosi i soggetti pubblici attuatori potranno individuare gli interventi necessari a rendere efficienti gli edifici pubblici dal punto di vista energetico.


Catasto degli impianti di pubblica illuminazione: come risparmiare sull’illuminazione pubblica.

Nell’ambito del Patto per lo sviluppo della Regione Basilicata sottoscritto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri Settore Prioritario 20.Energia – Azione 20.a3 “Efficienza energetica strutture pubbliche - Ca.P.I.Bas. - CATASTO PUBBLICA ILLUMINAZIONE BASILICATA” approvata con D.G.R. 24/11/2017, n.1257.è previsto il finanziamento di 1 milione di euro dei fondi FSC (Fondi Sviluppo e Coesione) con i quali la Regione intende istituire il Catasto regionale degli impianti comunali di pubblica illuminazione.

A tale scopo la Regione intende avvalersi dell’Enea che ha l’incarico di implementare la piattaforma software verticale PELL (Public Energy Living Lab) che, su scala nazionale, realizza un sistema di valutazione delle prestazioni delle infrastrutture pubbliche energivore. La prima applicazione è agli Impianti di Pubblica illuminazione con l’obiettivo di conoscere per gestire ed innovare gli impianti partendo dal censimento e definendo un formato standard di acquisizione dei dati.



L’idrogeno: energia per il futuro.

Si parla di energia del futuro?

L’idrogeno (H) è un elemento chimico leggero e presente in abbondanza in natura, nella maggior parte degli elementi organici e degli organismi viventi.

Presenta, inoltre, una grandissima capacità: reagendo con l’ossigeno dell’aria, formando acqua e liberando energia sotto forma di calore diventa un ottimo ed efficiente vettore energetico. Grazie a questo, infatti, viene sempre più utilizzato sia come combustibile alternativo e decisamente più green per i tradizionali motori automobilistici, che come fonte di energia per le moderne celle a combustibile. Una proprietà, dunque, che riduce notevolmente le emissioni di gas serra e apporta enormi benefici all’ambiente.

Sebbene la tecnologia si trovi ancora in una fase di sperimentazione, l’idrogeno è certamente il combustibile che sostituirà la benzina nelle auto e nei veicoli a motore del futuro.











Tutela del paesaggio e della biodiversità

IL Piano Paesaggistico

Il Piano paesaggistico è uno strumento fondamentale: consente di leggere il territorio come patrimonio e compiere scelte di governo rispettose del valore dei beni che lo caratterizzano evitando di deturparne la bellezza e interpretando, nel contempo, la sensibilità diffusa di appartenenza alla propria terra.

L’impegno alla redazione del piano paesaggistico regionale non deriva solo dal dovere di rispettare la Convenzione europea del Paesaggio e il Codice del Paesaggio, ma soprattutto dalla necessità di governare, al fine di favorire un condiviso sviluppo sostenibile, le tensioni territoriali che si registrano nel rapporto tra conservazione e sviluppo della terra lucana.

E’ per questo che è stata integrata la Legge regionale 11 agosto 1999, n. 23 Tutela, governo ed uso del territorio, stabilendo all’art. 12 bis che ”la Regione, ai fini dell’art. 145 del D. Lgs. n. 42/2004, redige il Piano Paesaggistico Regionale quale unico strumento di tutela, governo ed uso del territorio della Basilicata sulla base di quanto stabilito nell’Intesa sottoscritta da Regione, Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare”.

Tale strumento, reso obbligatorio dal D.Lgs. n. 42/04, rappresenta ben al di là degli adempimenti agli obblighi nazionali, una operazione unica di grande prospettiva, integrata e complessa che prefigura il superamento della separazione fra politiche territoriali, identificandosi come processo “proattivo”, fortemente connotato da metodiche partecipative e direttamente connesso ai quadri strategici della programmazione, i cui assi prioritari si ravvisano su scala europea nella competitività e sostenibilità.

L’attività di redazione del Piano è iniziata con la puntuale ricognizione e delimitazione del patrimonio culturale regionale che ha prodotto un quadro conoscitivo accurato e certo, assicurando la sua riconoscibilità in termini oggettivi, garantendo semplificazione ed eliminazione del contenzioso che in materia di aree tutelate spesso ha caratterizzato negativamente i procedimenti autorizzativi. A dicembre 2017 la realizzazione di un portale dedicato al Piano ha dotato la Regione di un importante strumento che contribuisce a rendere pubblico un ricco patrimonio di dati territoriali certificati, utili a rendere più forte la salvaguardia del territorio, il monitoraggio e controllo delle trasformazioni.

A dicembre 2018 l’approvazione del Documento Programmatico del Piano ha definito lo scenario strategico del piano, secondo un ragionamento che concepisce il territorio come sistema complesso in cui vive una società insediata e parte dalla descrizione dello spazio di rappresentazione (contesto).

Questo ragionamento inizia dal riconoscimento della centralità del territorio rurale nella storia della comunità lucana e dal convincimento che la sua conservazione e valorizzazione è il grande progetto di sviluppo sostenibile di un bene pubblico.

Il Documento Programmatico, organizzato in obiettivi e progetti, rappresenta la guida per la redazione del Piano.


I progressi nella attuazione di Natura 2000

La designazione di altre 35 ZSC afferenti alla rete ecologica europea Natura 2000 ha consentito al Dipartimento Ambiente di attivare delle vere e proprie azioni di tutela sul territorio regionale dettate dalle Misure di tutela e Conservazione e dai Piani di Gestione, norme che sono diventate ufficiali e sono in grado di garantire la tutela di habitat e specie rare presenti nella nostra regione. Sono altre 5, inoltre le ulteriori aree candidate a far parte di NATURA 2000, tra le quali le “Gole del Platano” che rappresenta una delle aree “wilderness” più frequentate da specie ornitiche come: airone cinerino, cicogna nera, martin pescatore, airone bianco, ma anche da mammiferi come lontra e lupo, un’area da tutelare fortemente voluta dai territori e dalle amministrazioni locali. Pertanto la tutela del nostro patrimonio ambientale è notevolmente aumentata: ai 5 Parchi (2 nazionali e 3 regionali), 14 riserve (8 statali e 6 regionali), alle 20 ZSC (Zone Speciali di Conservazione) e alle 3 ZPS (Zone di Protezione Speciali) quindi si sono aggiunte le 35 nuove ZSC e i 5 p-SIC (di cui 1 marino).


Mare della Magna Grecia: il primo sito marino della rete Natura2000 nello IONIO

Da tempo l’Europa chiede all’Italia di individuare siti SIC marini, e la regione Basilicata ha ottemperato a tale obbligo estendendo a mare tutti i siti terrestri presenti sulla costa ionica e sulla costa tirrenica. Ulteriori studi effettuati per la redazione dei piani di gestione, ed evidenze scientifiche rilevate dalla letteratura esistente ci hanno indotto ad attivare una ulteriore area di tutela sullo ionio, a causa della evidente presenza di una rara specie di delfino: il Tursiops truncatus, ma anche per la presenza della tartaruga marina (Caretta caretta) che si alimenta lungo il litorale metapontino e nidifica sulle nostre spiagge. E’ di questa estate, infatti, la scoperta di un sito di nidificazione.


INNGREENPAF

INNGREENPAF è un Programma ambizioso che, nell’ottica di una conciliazione tra salvaguardia della biodiversità e dello sviluppo territoriale, potrà rappresentare un volano di crescita per l’intera regione.

Obiettivo sarà quello di far riscoprire il territorio, la “autenticità” dei paesaggi e valorizzare e far conoscere il patrimonio naturalistico e la sua biodiversità ricca di specie rare animali e vegetali.

Alcuni degli interventi previsti:

  • contenimento cinghiali

  • tutela degli habitat del lupo e del falco

  • interventi di valorizzazione e conservazione della Lontra e del Gatto Selvatico

  • conservazione tutela e popolamento della farfalla appartenente al genere Brahmaea;

  • Itinerari per scoprire la “Basilicata Green” tra arte, trekking, cultura, spettacoli con artisti internazionali, e filiere a KM0 ;

  • Laboratori di educazione ambientale;

  • Realizzazione di info-point tecnologici per fornire ai turisti che raggiungono la Basilicata informazioni sulle aree naturalistiche da poter visitare e sulle migliori produzioni dell’artigianato e dell’enogastronomia regionali;

  • creazione di un Database di Orchidee che faccia conoscere quante tipologie del fiore esistano in Basilicata.

  • recupero e funzionalizzazione di strutture, sentieri storici e cammini lucani;

  • promozione della conoscenza delle tradizioni popolari da tramandare soprattutto alle nuove generazioni

Il programma, che vede coinvolti la Regione e i gestori delle ZSC, i Parchi, le Province e il Reparto Carabinieri Biodiversità, come parte attiva nella realizzazione dei progetti di tutela e salvaguardia, si pone, inoltre, come intento principale quello di accrescere la consapevolezza dell’importanza della partecipazione di operatori locali, associazioni e cittadinanza nella gestione sostenibile delle risorse naturali al fine di creare comportamenti virtuosi finalizzate alla tutela di habitat e specie.


La nuova rete dei Centri di educazione ambientale

Con l’obiettivo di favorire la crescita sostenibile, la diffusione delle buone pratiche tra le generazioni, la tutela e valorizzazione dell’ambiente e mantenere alto l’interesse verso tali tematiche, è stato approvato, rendendolo più ‘snello’ e competitivo, il nuovo disciplinare del Sistema regionale dell’Informazione e dell’Educazione allo Sviluppo sostenibile della Regione Basilicata, denominato Reduss. Grazie al nuovo disciplinare è stato possibile costruire una rete piu’ inclusiva costituita dai soggetti che si sono accreditati come Ceas o come “Amici della Rete”.

Il Sistema REDUSS:

ha lo scopo di generare processi partecipativi per preparare la comunità, gli studenti, i cittadini al cambiamento secondo gli indirizzi della strategia nazionale sulla sostenibilità – Agenda ONU 2030;

si qualifica come una rete per mantenere alto l'interesse per la questione ambientale, richiamare l'attenzione sul rapporto imprescindibile cittadino e territorio, offrendo possibilità di scambio, occasioni per essere partecipi, opportunità di risorse economiche.

I Centri di Educazione Ambientale per la Sostenibilità (CEAS) costituiscono i nodi della REDUSS, predispongono ed attuano progetti e proposte educative, di animazione territoriale, di informazione e comunicazione e di partecipazione. Realizzano progetti di gestione, tutela e valorizzazione del capitale naturale e culturale. Sono soggetti sostenitori della REDUSS gli Amici della Rete (AdR).

Sono stati accreditati 49 soggetti quali Ceas, erano 27, e 53 soggetti quali AdR. Un sistema che si irrobustisce e che potrà essere fonte di idee ed azioni programmatiche sempre piu’ partecipate. Coinvolgere un numero sempre più vasto di portatori d’interesse e, dunque, di idee e proposte, contribuisce a generare maggiori opportunità di sviluppo e crescita a tutti i livelli, da quello ambientale e naturale a quello culturale ed economico.




Il parco del Vulture

Con L.R. n. 28 del 2017 è stato istituito nell’area Nord-Ovest della Regione il Parco Naturale Regionale del Vulture tassello fondamentale ai fini della valorizzazione ambientale e paesaggistica della Regione Basilicata. Il processo di istituzione avvenuto mediante una concertazione lunga e complessa, a cura del Dipartimento Ambiente, ha visto coinvolti le Associazioni Ambientaliste e gli Enti Locali afferenti all’area del Parco, ma anche portatori d’interesse e i cittadini comuni.

La nomina del Commissario dell’Ente ha dato avvio ai primi adempimenti indispensabili per le attività dell’Ente Parco. Con il Programma INNGRENPAF sono stati finanziati circa 1.500.000 euro per dar corso a Progetti finalizzati all’attuazione delle Misure e Tutela e Conservazione della ZSC Monte Vulture e Grotticelle che rappresentano le zone a maggior tutela del Parco del Vulture.

Con il progetto “Porta dei Parchi il Parco” e “NaturArte” il Parco del Vulture avrà un’adeguata visibilità attraverso Matera Capitale della Cultura Europea 2019. Nel 2018 è stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa tra la Regione Basilicata e il Parco, finalizzato alla sua candidatura al Programma Man and Biosphere UNESCO.

Le azioni che abbiamo già programmato sono numerose. Di seguito alcuni punti con le relative somme già stanziate.

AZIONI DI CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DEGLI AMBIENTI DEL PARCO REGIONALE DEL VULTURE: INVESTIMENTO DI 940.000 EURO.

1. Descrizione dello stato ecologico attuale dei laghi e dei contigui ambienti lacustri, valutazione della struttura e della qualità dell’habitat lacustre in ottica retrospettiva (sulla base di dati e riferimenti storici).

2. Valutazione dell’impatto, anche riferito a scarichi ed emissioni, su specie e habitat di pregio, delle attività turistiche, agricolo-zootecniche e di quelle relative al trasporto pubblico e privato.

3. Analisi ed elaborazione dei dati rilevati e, per la fauna sui laghi, tramite osservazione con telecamere (con capacità nell’infrarosso termico e nel campo visibile), allestimento di mappe tematiche dettagliate e definizione degli interventi.

4. Realizzazione di “Info Point Vulture Park” da ubicare a San Fele (porta ovest del parco), in prossimità delle cascate, da provvedere di arredo, allestimento e di servizi igienici; a Monticchio da effettuare nella struttura preesistente “la casina laghi”. Per garantirne la sicurezza ci saranno anche videocamere e sarà installato anche il wi-fi.

5. Rinaturalizzazione e realizzazione di percorsi tra i diversi punti di interesse.

6. Interventi per migliorare la fruibilità turistica, il decoro e la sicurezza degli escursionisti, soprattutto nei siti ex funivia, anche con adeguata segnaletica e cartellonistica.

7. Smantellamento dei vecchi pontili (ormai fatiscenti e pericolosi), realizzazione di percorsi obbligati per l’accesso controllato ai laghi (passerelle pedonali, anche sopraelevate), realizzazione di un capanno per birdwatching (osservazione degli uccelli) sul Lago Grande e di un ponticello sull’emissario.

8. Rimozione dei tronchi e delle ceppaie che impediscono alle acque del Lago Grande di attestarsi a quote compatibili con gli ambienti ripariali.

9. Taglio ed esbosco delle piante aliene, con particolare riferimento all’Ailanto e alla Robinia.

10. Graduali interventi di rinaturalizzazione sui rimboschimenti artificiali presenti nella Zona Speciale di Conservazione.

11. Ricostituzione delle sponde dei laghi con eliminazione di vegetazione non idonea e ricostituzione di habitat autoctoni.

12. Intervento di risanamento sull’abetina (in particolare sulle piante disseccate e affette da marciume radicale) per facilitarne il rinnovo.

13. Taglio ed asportazione di altri alberi disseccati o schiantati (in particolare ontani e cedri).

14. Impianto di specie autoctone divenute rare intorno ai laghi, come il frassino meridionale (Fraxinus angustifolia), pianta ospite della Brahmaea europaea.

15. Impianto di alberi per schermare aree visivamente molto impattanti, come quella nelle vicinanze del depuratore, realizzando contemporaneamente un corridoio ecologico.

16. Intervento di rinaturalizzazione e connessione ecologica dello sbocco inerente il Lago Grande.

17. Allestimento di un Centro di Recupero per Animali Selvatici nell’area di pertinenza presso le rive del Lago Grande a servizio della fauna selvatica, ittica e dell’erpetofauna autoctona.

18. Operazioni di pulizia nei laghi (ovvero relativamente a materiale estraneo galleggiante nelle acque e negli ambienti contigui).

PROGETTO NATURARTE.

ALLA SCOPERTA DELLA “BASILICATA GREEN” TRA ARTE, TREKKING, CULTURA E FILIERE A KM 0: INVESTIMENTO DI 220.000 EURO.

1) Realizzazione di manifestazioni culturali, attuate mediante la formula “trekking per grandi eventi” durante i fine settimana con la natura che fa da palcoscenico. Gli Eventi saranno realizzati e coadiuvati da associazioni presenti sul territorio, con tecnologie innovative ed ecosostenibili e prevedono nello specifico:

- percorsi di trekking alla scoperta del Parco attraverso passeggiate nella natura con l’ausilio di artisti e/o guide per giungere nei luoghi naturali prescelti e idonei a ospitare il pubblico che assisterà a performance artistiche;

- mercatini a Km 0;

- laboratori di educazione ambientale;

- incontri letterari e scientifici;

- performance, laboratori artistici ed eventi che consentano agli spettatori un’esperienza emozionale a diretto contatto con la natura.

2) Realizzazione di gare in collaborazione con gli Istituti scolastici.

3) I partecipanti all’iniziativa NaturArte, oltre a scoprire luoghi di particolare valenza green, si cimenteranno nella narrazione dei luoghi e delle manifestazioni con foto, disegni, racconti che verranno segnalati sul portale multimediale Wikipedia.

4) Creazione della mostra NATURARTE che prevede un iniziale lavoro d’indagine volto a valutare la conoscenza dei giovani sulle questioni ambientali. Il processo condiviso mira a generare un senso di appartenenza ai propri luoghi. Un nuovo modo per creare sinergie tra Parchi e il resto del territorio.

5) La natura si fa arte: delle videocamere trasmetteranno in diretta su appositi monitor la vita della fauna, di specie rare o di rara bellezza, presenti nel Parco.

CONTENIMENTO DELLA PRESENZA DEI CINGHIALI: INVESTIMENTO DI 100.000 EURO.

L’impatto del cinghiale si è fatto da anni rilevante sull’intero territorio regionale, incidendo sugli Habitat dei Siti della Rete Natura 2000, nonché sull’ambito agro-pastorale. Sono stati previsti interventi finalizzati al controllo delle popolazioni di cinghiale, attraverso l’attivazione di tecniche a basso impatto ambientale, e allo sviluppo di una filiera per l’utilizzo della carne dei cinghiali catturati, trasformando così una criticità in risorsa e dando l’impulso ad un’ economia sostenibile, strettamente legata ai territori di appartenenza.

VALORIZZAZIONE DEL FALCO - SAVEHAWK: INVESTIMENTO DI 80.000 EURO.

Tutelare e valorizzare il nostro Falco Savehawk è di primaria importanza, pertanto dobbiamo:

- realizzare una campagna di sensibilizzazione per operatori agricoli (es. pratiche agricole tradizionali per il mantenimento degli habitat, riduzione uso pesticidi etc.)

- realizzare una campagna di sensibilizzazione in ambito venatorio;

- attuare politiche forestali per il mantenimento della biodiversità idonee alla nidificazione;

- predisporre piani di ripristino dei siti riproduttivi;

- avviare laboratori sull’addestramento dei falchi con associazioni di falconeria.

RISERVA DI GROTTICELLE DI MONTICCHIO: INVESTIMENTO DI 350.000 EURO.

Interventi di conservazione, valorizzazione e tutela degli habitat. Studio di caratterizzazione dell’avifauna (corridoi ecologici-iba), chirotterofauna e mammiferi (lontra e gatto selvatico).

GROTTICELLE DI MONTICCHIO: ATTUAZIONE MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE. INVESTIMENTO DI 60.000 EURO.

È nostra responsabilità tutelare la conservazione del nostro patrimonio naturale. Gli obiettivi di questo investimento sono:


- ricostruzione degli ambienti funzionali alla presenza della Brahmaea europaeae mantenimento di uno status di conservazione ottimale della stessa per i prossimi anni;

- miglioramento delle formazioni forestali e della diversità di habitat in modo da favorire la crescita del frassino;

- mantenimento dell’attuale status di conservazione della biodiversità animale;

- regolamentazione e prevenzione del disturbo antropico entro un anno, in modo da eliminare i suoi effetti negativi sulla biodiversità;

- inserimento della Zona Speciale di Conservazione in una rete funzionale con le altre aree protette;

- incentivazione ed incoraggiamento, per i prossimi anni, delle pratiche di gestione virtuose al di fuori dell’area;

- realizzazione di mappe tematiche relative all’habitat 91B0 a Fraxinus angustifolia (habitat elettivo della Bramea) e divulgazione delle stesse in mostre e grandi eventi di rilevanza nazionale;

- ripristino e miglioramento di segnaletica, infrastrutture di canalizzazione e staccionate;

- azioni di regolamentazione e prevenzione dagli impatti (es. attività di pascolo).

PROGETTO BRAHMAEA EUROPAEA.

ALLEVAMENTO E RIPOPOLAMENTO DELLA SPECIE CON RIPRISTINO DEGLI HABITAT: INVESTIMENTO DI 100.000 EURO.

L’istituzione della Riserva di Grotticelle di Monticchio avvenne a seguito del rinvenimento per la prima volta, nel 1963, proprio all’interno dell’area oggi protetta, di una farfalla appartenente al genere Brahmaea che generalmente vive in zone tropicali e subtropicali e che si riteneva estinta in Europa da almeno 300 milioni di anni. Denominata dallo scopritore, il Conte Federico Hartig, "europaea" proprio perché si tratta dell’unica specie presente in Europa di questo genere. Con l’investimento previsto dobbiamo:


- allestire un allevamento sul posto collegato all’habitat di elezione della specie a fini di studio e ripopolamento;

- effettuare azioni di ripopolamento in aree idonee in cui non è più presente la suddetta specie;

- iniziare la costruzione di un percorso didattico-educativo, finalizzato a far conoscere le peculiarità di questa specie, vanto dell’entomologia e della zoologia nazionale in quanto si tratta di una tra le farfalle più interessanti al mondo.

SENTIERISTICA: INVESTIMENTO DI 220.000 EURO.

Per il Parco Regionale del Vulture è previsto un intervento di 220.000 euro perché dobbiamo:

- effettuare la sistemazione e messa in sicurezza dei sentieri;

- effettuare la ricognizione della rete escursionistica;

- realizzare l’adeguamento della segnaletica agli standard CAI previsti nel “Manuale per la realizzazione dei sentieri” approvato con D.G.R. n. 2197/2008 ed a quanto previsto dalla L.R. n. 51/2000 e s.m.i.;

- informatizzare i dati per la gestione digitalizzata della rete di sentieri e punti di interesse naturalistico, monumentale etc., con l’inserimento di tutti i dati geografici e fotografici, con la possibilità di fruizione da parte degli escursionisti.

CARTELLONISTICA: INVESTIMENTO DI 50.000 EURO.

Per il Parco Regionale del Vulture è previsto un intervento di euro 50.000. Alle persone che arrivano nel Parco dobbiamo far conoscerehabitat e specie presenti, soprattutto se sono oggetto di tutela e conservazione. Dobbiamo agevolare la conoscenza esaltando le caratteristiche dell’area anche in un’ottica relativa all’educazione ambientale.

PROMOZIONE DELLA CANDIDATURA AL MAB UNESCO DEL VULTURE: INVESTIMENTO DI 25.000 EURO.

L’eventuale riconoscimento UNESCO è uno strumento straordinario che darebbe maggiore prestigio e visibilità al Parco del Vulture su scala nazionale e internazionale al sito (senza aggiungere altri vincoli a quelli già esistenti). Per tali motivi il Dipartimento Ambiente ed Energia, l’Ente Parco regionale del Vulture e il Club UNESCO hanno sottoscritto un protocollo per candidare al MaB UNESCO il Monte Vulture.



Nucleare

Abbiamo lavorato l'intero mese di Agosto del 2017, con ripetuti incontri, con l'Anci, i sindaci lucani, tutti gli Ordini professionali, le Associazioni e le Proloco, a motivare nel merito le correzioni da fare al Programma di trattamento dei rifiuti radioattivi, che portavano con se un motivato no al Deposito Unico.

Non solo il grande no corale di Scanzano, ma anche le osservazioni alla Valutazione Ambientale Strategica (Vas) al Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi. Abbiamo sostenuto, nelle osservazioni, che la Vas sul Programma nazionale si portava dietro anche la guida tecnica n. 29 dell'Ispra, che prevedeva i criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività.

Abbiamo asserito, inoltre, che già in base ad alcuni dei criteri escludenti previsti, la Basilicata non può ospitare un Deposito nazionale. Abbiamo fatto notare, sempre nelle osservazioni alla Vas, che altri criteri considerati nella guida tecnica come “di approfondimento” vanno considerati come “di esclusione”. Con tale atto abbiamo ribadito che la scelta del Deposito nazionale deve escludere la Regione Basilicata per via dell'alto livello di pressione alla quale è già sottoposta. Pertanto, sia sul piano tecnico che politico abbiamo confermato il no, senza alcun tentennamento da parte del governo regionale, al deposito unico di scorie nucleari in Basilicata. La Delibera n.936 dell’8 settembre 2017 con la quale la Giunta regionale ha espresso totale contrarietà, per ragioni ambientali, naturalistiche, economiche e sociali, all’individuazione sull’intero territorio della Regione Basilicata di un sito per l’ubicazione del deposito nazionale di scorie radioattive.


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